Stefania Boccia, ricercatore dell’Istituto di Igiene della sede di Roma, è uno dei vincitori del Call for Proposals 2010 dell’Airc, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro, che ogni anno assegna 15 borse di studio per promettenti progetti di ricerca in campo oncologico. Il progetto di ricerca triennale, finanziato con il significativo grant Airc, riguarda gli aspetti biologici e prognostici dei polimorfismi del gene ADH nei tumori testa-collo (Post-GWA study: biological and prognostic significance of ADH polymorphisms in head and neck cancer patients) ed è stato approvato lo scorso novembre dal consiglio direttivo dell’associazione, da cui ha ottenuto un finanziamento totale di 290mila euro.
Il progetto prende spunto da un precedente studio di post genomica della ricercatrice della Cattolica, che ha identificato due particolari mutazioni del gene “alcool deidrogenasi” (ADH1B e ADH7), che sembrano coinvolte nello sviluppo del tumore testa-collo. Partendo da una popolazione di “malati” e di individui “sani”, gli studi di post genomica ricercano a caso delle differenze a livello genetico. Esistono dei sistemi - microchip - che permettono di individuare più di un milione di mutazioni alla volta. Tra tutte le differenze trovate vengono poi selezionate quelle che hanno significato biologico e che quindi possono essere coinvolte nello sviluppo della malattia.
Al progetto di ricerca accanto alla dottoressa Boccia, nel ruolo di “principale investigatore”, partecipano Stefano Bonassi, Ircss San Raffaele Pisana di Roma, Lorenzo Simonato, Azienda Ospedaliera Università di Padova, Carlo La Vecchia, Istituto Ricerche Farmacologiche "M. Negri" di Milano, Franco Merletti, Università di Torino, Renato Talamini, Centro di riferimento oncologico di Aviano. Il progetto si focalizza su due principali aree di interesse: uno studio biologico, volto a valutare come una variazione a livello genetico può influenzare un organismo, e uno studio epidemiologico multicentrico italiano, che analizza la relazione tra due mutazioni del gene ADH e lo stile di vita della popolazione esaminata.
«La parte biologica dello studio - spiega Stefania Boccia, coordinatore dell’Unità di Epidemiologia genetica e Genomica di sanità pubblica dell’Istituto di Igiene della Cattolica - verrà svolta in collaborazione con Ettore Capoluongo e Massimo Castagnola dell'Istituto di Biochimica dell'Università Cattolica e coinvolgerà 200 soggetti. Il progetto di ricerca ci permetterà di valutare gli effetti di entrambe le mutazioni del gene ADH. In pratica - continua la biologa molecolare - indagheremo se queste mutazioni alterano il metabolismo dell’alcool, causando accumulo di acetaldeide, una molecola tossica che può essere rilevata nei fluidi corporei come sangue e saliva, e se questo eventuale accumulo causa danni ai tessuti con i quali viene a contatto».
I risultati della ricerca potrebbero essere utilizzati come eventuale intervento di prevenzione in sanità pubblica nei soggetti a rischio elevato di sviluppo dei tumori testa-collo. Precedenti studi farmacologici dimostrano infatti che un particolare aminoacido, l’L-cisteina, unito all’acetaldeide forma un composto non tossico. «Se le nostre indagini confermassero che l’acetaldeide è coinvolta nel processo di sviluppo del tumore testa-collo – spiega la ricercatrice della Cattolica - l’L-cisteina potrebbe essere resa disponibile in sostanze masticabili e utilizzata in soggetti a rischio elevato di queste neoplasie».
Per quanto concerne l’aspetto epidemiologico dello studio, realizzato in collaborazione con Gabriella Cadoni dell'Istituto di Otorinolaringoiatria dell'Università Cattolica di Roma, sarà indagata la relazione tra le mutazioni del gene ADH1B e ADH7ADH con diverse esposizioni ambientali e stili di vita, e l’incidenza di secondi tumori primitivi (nuovi tumori distinti dalla neoplasia precedente). Questa parte del progetto di ricerca coinvolgerà 1171 casi di tumore testa-collo arruolati in due centri italiani, l’Università Cattolica - sede di Roma e gruppo italiano Arcage, rappresentando così il più grande gruppo di casi arruolati a oggi.
«Questo studio - conclude Stefania Boccia, che dal 2006 è partner ufficiale del Consorzio Internazionale sul cancro testa-collo (Inhance) e coordinatore del Network Italiano di Genetica e genomica in sanità pubblica - ci permetterà di valutare gli effetti di entrambe le mutazioni del gene ADH come fattori di rischio genetici per lo sviluppo di secondi tumori primitivi, al fine di realizzare dei modelli predittivi applicabili nei criteri di valutazione clinica».