Dall’Università di Camerino alle aule delle Università Cattolica e Statale di Brescia. Potrebbe essere la soluzione studiata per alcuni di circa 6.000 studenti dell’ateneo marchigiano, che è stato costretto a sospendere la totalità delle attività amministrative e didattiche dopo il sisma che ha colpito il territorio nelle scorse settimane.
L'intento è quello di dare la possibilità agli studenti e ai ricercatori marchigiani di continuare a seguire le lezioni a Brescia - almeno nel periodo del primo semestre - per non rimanere indietro con programma ed esami, ma restando formalmente legati alla propria Università e al percorso di studi.
L’idea è stata lanciata dai due rettori degli atenei bresciani, Franco Anelli e Maurizio Tira, al collega di Camerino, Flavio Corradini, per offrire sostegno e informarlo di come Brescia sia pronta a mettere a disposizione le proprie aule e i propri mezzi. In questo contesto anche il Comune si è detto pronto a fare la sua parte: «Cercheremo di trovare alloggi e fornire facilitazioni sul trasporto pubblico» fa sapere il sindaco Emilio Del Bono.
In attesa del sì ufficiale da parte del rettore Corradini, sono al vaglio ipotesi e formule che possano garantire la maggior continuità didattica possibile. Per fare ciò, tra le ipotesi più accreditate vi è quella del “learnig agreement”: una sorta di mobilità che permetterebbe l’accesso immediato ai corsi dell’università ospitante, mantenendo tuttavia il legame ufficiale con la città d’origine.
Studiare in città significherebbe dover trovare un alloggio e traferirsi. A questo proposito è già scattata una gara di solidarietà da parte di alcuni studenti bresciani e delle loro famiglie che hanno già manifestato disponibilità ad accogliere i colleghi marchigiani, mettendo a loro disposizione alcune stanze.
Tra gli studenti che, invece, usufruirebbero immediatamente della possibilità di un eventuale “gemellaggio” tra atenei c’è Manuel Zamparini, studente di Bagnolo Mella (Bs) iscritto al primo anno della facoltà di Informatica dell’Università di Camerino.
«Ho deciso di iscrivermi nelle Marche sfruttando l’ospitalità di alcuni miei parenti a Gagliole, una località in provincia di Macerata, a 20 minuti dall’università, che risulta tra i centri colpiti dal sisma» ha raccontato. «Ogni giorno, dal 3 ottobre al 2 novembre, io e mio cugino ci siamo recati in sede per seguire le lezioni previste dal corso di laurea ma ora la casa di cui ero ospite è inagibile, rendendo necessario il ritorno. Avere la possibilità di seguire le lezioni e sostenere gli esami a distanza significherebbe non perdere tempo e procedere con il mio programma di studio».