A nove mesi dalla maratona televisiva di raccolta fondi per la Campagna “Home”, Trenta Ore per la Vita e la Fondazione Policlinico A. Gemelli inaugurano la “rete di video-diagnostica" in alta definizione che è parte del progetto “Insieme Per la Salute”. Gli specialisti del Gemelli potranno dialogare in rete con i colleghi di quattro Aziende ospedaliere (Caltanissetta, Crotone, Frosinone e Oristano). L’obiettivo è curare efficacemente a distanza i piccoli pazienti affetti da tumori cerebrali e limitare gli spostamenti di bambini e famiglie dalla propria residenza.
La Sala di Tecno-consulto dotata di tecnologie a supporto della rete assistenziale di video diagnostica dedicata ai bambini con tumori cerebrali, che fa parte del progetto “Insieme Per la Salute”, è stata inaugura oggi alla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma.
Alla presentazione sono intervenuti per l’Associazione Trenta Ore per la Vita, il presidente Rita Salci e il socio fondatore e testimone Lorella Cuccarini. Per il Gemelli erano presenti il presidente della Fondazione Giovanni Raimondi e il direttore generale Enrico Zampedri insieme al direttore dell’Area diagnostica per immagini professor Cesare Colosimo e ad Antonio Giulio De Belvis responsabile dei Percorsi Clinici.
Per le Aziende ospedaliere coinvolte nel progetto sono presenti il direttore generale della ASP di Caltanissetta Carmelo Iacono, il responsabile della Diagnostica della ASP di Crotone Sergio Vero, il responsabile della Pediatria dell’Ospedale Santa Scolastica di Cassino Gabriella Cordischi e il responsabile della Pediatria dell’Ospedale San Martino di Oristano Giovanni Maria Zanda.
«Sono anni che dedichiamo il Progetto "Home" all'Oncoematologia Pediatrica per far sentire il bambino a casa anche quando si trova in ospedale - ha affermato Lorella Cuccarini - . Dunque, la migliore assistenza non solo dal punto di vista medico, ma psicologico e ambientale. Le reti di assistenza sono preziose specialmente per i centri lontani, in modo da far muovere le famiglie solo quando ce n’è davvero bisogno. Grazie a tutti i medici e a tutti i nostri donatori per realizzare tutto questo».
In occasione della cerimonia di taglio del nastro è stato presenta il percorso clinico assistenziale del paziente con tumore cerebrale infantile realizzato dal gruppo di lavoro inter-aziendale; viene inoltre simulata l’attività di refertazione a distanza, da parte dei neuroradiologi del Policlinico, di un esame diagnostico ricevuto da uno dei 4 centri nodi delle rete di video-assistenza e, in conclusione, è effettuato il primo collegamento in tecno-consulto con l’equipe medica della ASP di Caltanissetta.
Le quattro strutture ospedaliere partecipanti, lavorando in rete con il Gemelli, potranno dunque integrare le esperienze e professionalità dei propri medici, creando meccanismi di knowledge sharing anche supportati dall’utilizzo delle moderne tecnologie in tema ICT – tecnomedicina, garantendo ai pazienti pediatrici affetti da tumore cerebrale, un percorso di diagnosi e di cura efficace e appropriato, limitando quanto più possibile gli spostamenti del bambino e della sua famiglia tra ospedali e tra regioni.
Molto spesso, infatti, il fenomeno della “migrazione sanitaria” rappresenta una scelta non necessaria o inappropriata per tutte le fasi della cura che sovente genera trasferimenti per l’esecuzione di prestazioni che possono essere eseguite in maniera altrettanto efficace e sicura dal centro ospedaliero più vicino, in collaborazione – quando necessaria – con il centro di riferimento per i casi di alta complessità.
«Ci siamo subito entusiasmati a questo progetto» ha affermato il professor Cesare Colosimo. «Avere un bambino malato di tumore è devastante per una famiglia, soprattutto nelle sedi più lontane dai grandi ospedali e disagiate. Minimizzare al massimo l’allontanamento del piccolo paziente dal contesto familiare e ambientale è fondamentale anche per la terapia. Trasmettere attraverso reti super veloci informazioni e immagini ci permette di essere subito in raccordo con i primi centri in cui viene effettuata la diagnosi, fino alle prime terapie e, se necessario, all’intervento».