Su iniziativa di S. E. mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, e del Centro pastorale pubblichiamo su Cattolica News brevi testi evocativi, a partire dal Vangelo del giorno, per aiutare la riflessione e la preghiera in questo periodo così complesso a causa della crisi sanitaria legata alla diffusione del Coronavirus. Scriveranno teologi, assistenti pastorali e professori. I testi saranno accompagnati da un’immagine scelta in rete.
Vangelo di Giovanni (Gv 10,31-42)
Ascolta "Tu bestemmi" su Spreaker.
I Giudei accusano Gesù di “bestemmiare”, quando mostra loro il volto del Padre, differente dalla piccola, statica e stereotipata immagine di Dio che vivevano.
Anche a noi capita di “bestemmiare”: certo, magari non affiancando il nome di Dio a epiteti volgari o ingiuriosi; semplicemente rimanendo alla superficie della nostra relazione, senza sforzarci di conoscerlo meglio e di comprendere la sua logica.
Bestemmiamo quando consideriamo Dio una superstizione tra le altre. Forse nemmeno la più potente. Quando lo reputiamo un amuleto e le preghiere delle formule magiche.
Bestemmiamo paragonandolo a un burattinaio, quando gli chiediamo miracoli, più o meno mirabolanti, senza implicare la nostra responsabilità, singola e comunitaria.
E, di fatto, bestemmiamo, dichiarandolo vendicatore, quando – magari sottilmente – gli imputiamo il male che viviamo, seppur dipenda spesso dalle azioni umane.
Bestemmiamo, inoltre, quando crediamo che Dio, di fronte alla nostra storia, alla vita di ciascuno di noi sia impassibile, quasi compiaciuto. Indifferente.
Questo tempo è prezioso per ripulire le nostre immagini offuscate di Dio e smettere di “bestemmiare”. Per rimanere nella relazione, senza fughe provvidenzialistiche o minacce apocalittiche.
Gaia De Vecchi, docente di teologia