"Siamo qui, siamo vivi! La voce dei salvati dalla Shoah" è l’appuntamento di Let’s book per la Giornata della Memoria. Organizzato dall’ufficio comunicazione del campus piacentino insieme alla facoltà di Scienze della Formazione dell'Università Cattolica, l’incontro aperto al pubblico si terrà il 25 gennaio prossimo a partire dalle 10.30.
Il titolo si ispira alla pubblicazione del diario inedito di Alfredo Sarano, che, dopo le leggi razziali del 1938, ebbe l'intuizione di nascondere le liste della comunità ebraica milanese, mettendo in salvo così molte famiglie dai rastrellamenti, e fu salvato a sua volta, con la moglie e le figlie, grazie al coraggio e alla generosità di famiglie non ebree e, perfino, alla sensibilità di un giovanissimo ufficiale del Whermacht del cui gesto nulla di seppe per oltre 70 anni.
Interverranno Roberto Mazzoli, curatore del diario, oltre ai ai docenti della facoltà Daniele Bardelli e Pierantonio Frare e alla psicologa Caterina Frustagli. Ad Alberto Gromi sarà affidata la lettura di alcuni passi del prezioso documento.
Già lo scorso anno si era tenuto in Università un evento in occasione della Giorno della memoria, con l’ampia partecipazione delle scuole secondarie della città: «L'idea su cui ci eravamo concentrati - spiega Daniele Bruzzone, docente di Pedagogia generale e organizzatore dell'iniziativa - era quella della resilienza e della speranza, non solo nella deportazione, ma in generale nelle situazioni estreme della vita. A questo scopo, avevamo incentrato il seminario sulla testimonianza di Viktor Frankl, lo psicologo sopravvissuto ai campi di concentramento, e sulle narrazioni dei bambini che sono cresciuti in quegli anni così tragici. In continuità con questa ispirazione, quest'anno abbiamo deciso di ricordare coloro che sono scampati alla persecuzione nazifascista, grazie all'aiuto segreto di anonimi benefattori che hanno consentito a molti di salvarsi».
Anche in questo caso, il collegamento con il presente sarà evidente: accanto alle riflessioni dei relatori, infatti, interverranno due ragazzi, provenienti dalla Siria e dalla Costa D'Avorio, che hanno dovuto fuggire dai loro Paesi e sono stati in qualche modo "salvati" a loro volta da chi li ha accolti. «Se il Giorno della Memoria, stavolta, riuscirà a ricordarci che solo nella solidarietà v'è salvezza dal male e dall'ingiustizia, allora il nostro obiettivo sarà raggiunto» conclude il professor Bruzzone.
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