La villeggiatura che si passi al mare o in montagna, in campagna o al lago, può talvolta trasformarsi in una situazione pericolosa per la salute, per cui è bene sapere come comportarsi. Tra i tipici incidenti che si possono verificare durante le vacanze ritroviamo quindi punture di insetti o pesci (tracina, pesce ragno, scorfano) oppure morsi di ragni, vipere, scorpioni e zecche.
Quali sono i consigli utili per queste situazioni? Andiamo ad affrontarne uno per uno.
Nel caso di punture di insetti, se ancora presente il pungiglione, è necessario innanzitutto asportarlo controllando che non rimangano residui. Intervenire poi con impacchi di ghiaccio (per una durata non inferiore ai 20 minuti) per lenire il dolore e diminuire l'infiammazione. Nel caso tali precauzioni non siano sufficienti sarà quindi necessaria la somministrazione di cortisonici per uso topico ed eventualmente antistaminici per via orale. Se l’edema supera i 10 cm di diametro e si associa a linfangite o linfadenite è bene somministrare comunque cortisonici per os.
Va comunque valutata la possibilità di reazioni sistemiche di tipo allergico, soprattutto nel caso di punture di imenotteri (ape, vespa, polistes, calabrone). In tali casi il trattamento deve essere invece adeguato all’entità della manifestazione. Se il paziente presenta orticaria ed edema diffuso potrà essere trattato solo con un ciclo orale di antistaminici e steroidi (eventualmente in pazienti asmatici anche con β2 agonisti) e dovrà essere tenuto in osservazione per almeno 4 ore. Se la situazione si presenta in modo più severo (iniziano ad essere coinvolti altri organi), il farmaco di prima scelta è rappresentato dall’adrenalina. E’ opportuno quindi istruire il paziente sulla modalità di utilizzo della formulazione autoniettabile (l’unica che può essere utilizzata domiciliarmente) e consigliare allo stesso di recarsi immediatamente al più vicino Pronto Soccorso. A seconda dei diversi sintomi insieme all’adrenalina possono essere somministrati altri farmaci (cortisonici, antistaminici, dopamina, ossigenoterapia, fluidi, etc.). Presso il nostro Servizio, i pazienti affetti da allergia al veleno di Imenotteri vengono provvisti di un kit di Pronto Soccorso (oltre che dell’autoiniettore di adrenalina), che suggerisce i farmaci da assumere in base alla sintomatologia manifestata nel percorso verso il più vicino Pronto Soccorso.
Per evitare punture future per i pazienti allergici è bene ricordare alcune norme comportamentali: il rischio aumenta in estate, gli insetti vengono attratti dai colori vivaci e dalle decorazioni floreali e le sostanze insetto-repellenti potrebbero non essere sufficienti. Bisogna inoltre evitare di maneggiare frutta troppo matura, di camminare a piedi scalzi, di mangiare all’aperto, indossare abiti aperti che possono intrappolare l’insetto e compiere movimenti bruschi quando l’insetto è nelle vicinanze. Inoltre i nidi e gli alveari presenti nelle vicinanze di casa devono essere rimossi solo da professionisti e non dal paziente; qualora si dovesse scoprire un alveare, mai disturbare le api in quanto queste attaccherebbero in sciame causando numerose punture che potrebbero portare a uno shock anafilattico.
Per le punture di zanzare è sufficiente applicare ghiaccio o una pomata antistaminica, dopo aver sentito il medico. Mai, anche se prude intensamente, grattare la zona. A scopo preventivo sono utili i repellenti. Nel caso in cui le manifestazioni cliniche siano più importanti (edemi estesi ed altamenti pruriginosi) sarà opportuna l’assunzione di antistaminici orali per tutta la stagione estiva.
Per i pesci quali tracina, pesce ragno e scorfano, bisogna fare attenzione alla tossina che il pesce inocula attraverso soprattutto le spine dorsali. In questo caso è necessario immergere la zona lesa in acqua calda per almeno un’ora, dato che il loro veleno è termolabile. In assenza di acqua, anche la sabbia calda può andare bene. Non usare mai ghiaccio, sostanze refrigeranti. E’ sempre utile e consigliabile disinfettare e asportare eventuali spine. Talora possono occorrere vomito, nausea, febbre alta e intenso dolore.
In caso di contatto con meduse, si consiglia di rimanere in acqua il più possibile cercando di allontanare, con la mano a piatto, le vescicole che contengono le sostanze urticanti. Una volta fuori dall’acqua verificare che non vi siano parti di medusa rimaste attaccate alla cute, in tal caso devono essere tolte. Se non si dispone di mezzi di medicazione l’unica cosa utile è far scorrere acqua di mare sulla parte infiammata. In questo modo si può diluire la tossina non ancora penetrata. Evitare invece di grattarsi o di strofinare la sabbia o ricorrere a medicazioni estemporanee con ammoniaca, aceto, alcool o altri rimedi fai da te: non si fa altro che peggiorare la situazione. Quindi applicare ghiaccio o gel astringente al cloruro d’alluminio. Il gel astringente ha un’immediata azione antiprurito e blocca la diffusione delle tossine. Purtroppo non è ancora comune in Italia l’abitudine di portarlo con sé nonostante sia, peraltro, utile anche per le punture di zanzara. L’impiego di creme al cortisone o contenenti antistaminico non sono indicate perché questi farmaci entrano in azione dopo 30 minuti dall’applicazione, cioè quando il massimo della reazione si è già spenta naturalmente. Se si evidenzia nel soggetto colpito una reazione cutanea diffusa e sono evidenti difficoltà respiratorie, pallore, sudorazione e disorientamento, la cosa migliore è chiamare il 118 e spiegare di cosa si tratta: si riceveranno le istruzioni sul da farsi in attesa che arrivi il Personale di Pronto Soccorso.
Approfondiamo ora il problema dei morsi di ragni, vipere, scorpioni e zecche.
In caso di contatto con la malmignatta, il più pericoloso ragno che vive sul nostro territorio (soprattutto nel centro-sud e nelle isole in zone di campagna disabitate o incolte, sotto sassi ma anche in box e cantine), occorre lavare bene la cute e disinfettare la zona colpita. Rivolgersi immediatamente a un Pronto Soccorso se compaiono sintomi come tremori, vertigini e contrazioni muscolari. Il veleno di tale ragno ha infatti attività neurotossica; va a colpire quindi il sistema nervoso anziché agire localmente. I segni del morso sono infatti molto leggeri: gli effetti locali sono normalmente limitati ad una cerchiatura rossa della parte offesa e all'indurimento della stessa. Gli effetti sull'organismo sono quasi immediati; in meno di 15 minuti si osservano solitamente nausea, febbre, mal di testa, oppressione. Sono possibili anche complicazioni cardiache e respiratorie che comunque possono insorgere anche dopo diverse ore. Le prime 24-36 sono senz'altro le più dure per il paziente, poi i sintomi si attenuano rapidamente, ma il recupero completo po' richiedere spesso più di una settimana. Il trattamento è comunque sintomatico, e anche se si tratta di una avvelenamento serio, nel nostro paese non si segnalano decessi dovuti a questa specie negli ultimi 20 anni.
Se si viene morsi da una vipera, unico serpente velenoso in Italia, è indispensabile tranquillizzare la vittima, immobilizzare l'arto come se fosse fratturato e recarsi al più presto in ospedale. Mai incidere la parte, succhiare il veleno, applicare ghiaccio, assumere alcolici o somministrare medicinali fuori ospedale. Sarà opportuno lavare abbondantemente la ferita (meglio con del sapone) ed applicare una benda elastica alta almeno 7-10 cm, stretta a sufficienza per bloccare la circolazione linfatica e ritardare il più possibile l’entrata in circolo del veleno. Sulla pelle sono ben evidenti due forellini distanziati di circa 6-8 mm, da cui fuoriesce sangue misto a siero, circondati da un alone rosso; ben presto, la zona colpita diviene bluastra, molto gonfia e dolente. Se la quantità di veleno iniettata col morso è notevole, potrebbero comparire altri sintomi come pallore, sudorazione, brividi, vomito, diarrea, difficoltà respiratoria ed infine dopo una fase di agitazione, sonnolenza ed eventuale coma. Il siero antivipere è oggi in dotazione soltanto a ospedali e Pronto Soccorso, perché, per le sue caratteristiche di composizione, è un farmaco che può dare shock anafilattico ed è quindi pericolosa l' autosomministrazione. Per tale motivo se malauguratamente si dovesse essere morsi bisogna raggiungere al più presto il più vicino presidio ospedaliero, che valuterà se somministrare il siero o come intervenire. Si inietta localmente per via sottocutanea o intramuscolare. Per evitare reazioni anafilattiche è opportuno desensibilizzare con dosi man mano crescenti a partire da 0,3 ml, sottocute, a intervalli di 15 minuti.
Per quanto riguarda gli scorpioni, invece, non c'è pericolo: quelli italiani sono innocui.
Attenzione alle zecche: se si attaccano alla pelle, è consigliabile rivolgersi immediatamente al medico, l’unico in grado di asportarle senza provocare danni. Applicare disinfettanti o antibiotici sulla parte, soltanto dopo l'estrazione della zecca, evitando quelli che colorano la pelle (tintura di iodio, mercuriocromo), perchè potrebbero mascherare segni di infezione. Tenere osservata la sede della puntura per 30-40 giorni; se non compaiono segni o sintomi di infezione, non è opportuno eseguire esami del sangue. E' importante consultare il medico se compare:
- un arrossamento della cute intorno alla puntura, entro 5-30 giorni, che tende ad ingrandirsi lentamente;
- febbre con o senza altri sintomi entro 30 giorni dalla puntura.
Tali sintomatologie sono importanti perché potrebbero essere indice di patologie infettive veicolate da zecche; quelle che presentano rilevanza epidemiologica nel nostro Paese sono rickettsiosi, borreliosi di Lyme, febbre ricorrente da zecche, tularemia, meningoencefalite da zecche ed ehrlichiosi.