Ricercatori dell’Università Cattolica presso la Sede di Roma “danno sprint” alla ricerca sulle cellule staminali del momento più magico della vita, la nascita, con un progetto di ampio respiro che consentirà innanzitutto di analizzare tutta la ricerca preclinica svolta a livello internazionale e così gettare le basi per una traslazione clinica condivisa tra più centri in pazienti con gravi patologie tra cui sclerosi multipla, morbo di Crohn, artrite reumatoide, la malattia acuta da rigetto e la fibrosi polmonare.
Si tratta del progetto “International Network for Translating Research on Perinatal Derivatives into Therapeutic Approaches (SPRINT)” (Rete Internazionale per la Traslazione Clinica di Cellule Staminali Perinatali e loro Derivati) (2018-2022).
Il progetto SPRINT è coordinato dalla professoressa Ornella Parolini (nella foto), Ordinario di Biologia Applicata e Direttore del Centro di Ricerca di Medicina Rigenerativa (CROME) dell’Università Cattolica (Facoltà di Medicina e Chirurgia), nell’ambito del programma COST (Cooperation in Science and Technology), finanziato dal Programma “Horizon 2020”, che supporta attività networking e formativa e permette a ricercatori e clinici d’eccellenza nel campo specifico dell’innovazione della tematica del progetto di collaborare e sviluppare congiuntamente le proprie idee nel settore scientifico e tecnologico.
SPRINT riunisce esperti in campo accademico, clinico e industriale di oltre 30 Paesi del mondo (24 Paesi europei + 7 extra-europei: Ucraina, Israele, Stati Uniti, Cina, India, Iran, Giappone, Arabia Saudita).
L’obiettivo principale di SPRINT è migliorare sia la comprensione di base, sia il potenziale di traslazione clinica delle cellule perinatali e loro derivati.
Le cellule perinatali su cui il progetto focalizza l’attenzione sono quelle presenti nei tessuti placentari sia di derivazione fetale (membrane fetali amnios e corion, “gelatina di Wharton”, liquido amniotico), sia materna (decidua).
“La forza dell’unione e del confronto sui dati sinora ottenuti, porterà contributi di alto impatto per la ricerca e per gli studi clinici sulle cellule perinatali, sino a stabilire un consenso e definire le linee guida per le future sperimentazioni cliniche – sottolinea la professoressa Parolini -. Inoltre SPRINT si interfaccerà con agenzie regolatorie per ottimizzare le procedure che portano all’approvazione di una terapia che si basa su cellule perinatali - conclude l’esperta -. La placenta che ha un ruolo prezioso durante lo sviluppo embrionale e fetale, sembra avere anche proprietà terapeutiche. Da tempo conosciamo il potenziale delle cellule staminali ematopoietiche isolate dal sangue placentare, ma è stato entusiasmante scoprire che anche tutti gli altri tessuti della placenta sono una fonte inestimabile di cellule preziose”.
Un aspetto importante e di rilievo è che SPRINT unisce gruppi multidisciplinari di 30 Paesi del mondo che lavorano in sincronia per lo scopo di vagliare con serietà l’effettiva traslazione clinica di cellule perinatali.