L’Università Cattolica di Milano apre le porte alla città per presentare la propria “Terza Missione”. Un’iniziativa, quella del 14 febbraio, voluta per avvicinare il mondo universitario a quello sociale ed economico che lo circonda.
Una giornata rivolta a cittadini, imprese e istituzioni, con stand, dibattiti, pillole musicali e teatrali, e visite guidate ai tesori nascosti di largo Gemelli, in cui sono state presentati molte iniziative e progetti a impatto sociale. Solo per fare qualche esempio, invecchiamento attivo della popolazione, enrichment familiare, partecipazione come corresponsabilità educativa, economia, solidarietà internazionale, sostenibilità e commitment sociale.
Il rettore dell’università, Franco Anelli, ha parlato così del senso di questa iniziativa: «Si tratta di un’occasione per superare la distanza tra l’università e il mondo esterno all’accademia». Un progetto che non si traduce solo in attività di consulenza per le aziende, ma che adesso ha cambiato la sua natura, come spiega Anelli: «Terza Missione vuol dire anche originalità, ricerca. In questo modo l’università può ottenere maggiori risorse e competenze». Terza Missione apre le porte al concetto di Civic University: «L’Università – dice Anelli – non deve essere chiusa in se stessa. Deve essere inserita attivamente nella società e con essa scambiare conoscenze».
Un concetto ripreso anche dal professor Paul Coyle, Director at Entrepreneurial Mindset Network di Londra: «Bisogna portare avanti il concetto di una università che dia un contributo alla società». Una Living University in cui tutte le parti, professori, studenti e ambiente agiscono all’unisono: «Così – sostiene Coyle – si mettono le basi per un futuro di successo comune. Innovare, comunicare e lavorare insieme. Questa è la ricetta».