I bambini sotto i due anni di età avvezzi all’uso delle nuove tecnologie - la cosiddetta “Generazione Touch” - vanno incontro a seri rischi rispetto all’apprendimento cognitivo. «Una serie di ricerche recentissime - spiega Giuseppe Riva, docente di Psicologia della comunicazione e esperto di comunicazione digitale - hanno cercato di capire cosa succede nella mente dei bambini che imparano a usare le tecnologie interattive: dispositivi touch, cellulari, tablet, prima di imparare a scrivere e in alcuni casi addirittura prima di imparare a parlare. È un fenomeno recente perché prima dell’ipad e dell’iphone per usare un computer bisognava saper leggere. Ma grazie a Steve Jobs oggi possiamo disporre di queste tecnologie». 

Cosa succede nella mente di questi bambini? «Quello che gli insegnanti hanno rilevato nelle scuole è che aumentano i problemi relativi al linguaggio scritto e parlato e i casi di bambini con forme di dislessia o problemi a gestire la forma scritta. Tuttavia la cosa più interessante è che un paio di settimane fa è stato pubblicato sulla rivista Jama pediatrics uno studio importante che ha mostrato come un uso precoce e intensivo delle tecnologie alteri la conformazione del cervello e in particolare riduca lo sviluppo delle aree legate al linguaggio». 

Possiamo dire che in questo modo viene compromesso lo sviluppo cognitivo del bambino? «Utilizzare la tecnologia in fase precoce dello sviluppo del bambino, e in particolare sotto i due anni, può rappresentare un rischio che ha poi un impatto sulle capacità di apprendimento e di comunicazione del bambino stesso. Per questo superare la mezz’ora al giorno di utilizzo di una tecnologia touch può creare a lungo termine questo tipo di problema».

Cosa succede in questo processo a livello neurologico? «Il linguaggio obbliga il soggetto a separarsi dal qui e ora del reale perché richiede un processo di astrazione. Per fare un esempio quando io parlo di un gatto, non parlo di quel gatto specifico ma dei gatti in generale. Le tecnologie interattive, invece, legano il bambino al qui e ora dell’interazione. Non è un caso che uno dei problemi di questi soggetti è l’attenzione molto difficile da mantenere a lungo termine perché loro non riescono a uscire dall’evento del momento. Questo crea una serie di problemi a livello cognitivo perché, appunto, riduce la capacità di astrazione e quindi dei processi astratti che sono una parte fondamentale dell’intelligenza dell’individuo».