di Paolo Pegoraro, Andrea Littardi, Giovanni Talarico *

Siamo partiti con la classica sensazione di non saper bene che cosa ci si dovesse aspettare a 6.748 km da casa. Quando però poggi il piede sul primo gradino della scaletta che ti porta sull’aereo, la paura passa e la percezione che qualcosa di meraviglioso stia per succedere prende il sopravvento. Eravamo così elettrizzati che il primo giorno, presi dall’ansia di arrivare in ritardo e di fare brutte figure, il nostro ingresso nel Fleck Atrium è avvenuto ben mezz’ora prima che la registrazione delle squadre incominciasse. 

Una volta effettuata, siamo entrati nel grande salone che raccoglieva tutti gli studenti dei 52 atenei di tutto il mondo. Abbiamo subito riconosciuto la nostra posizione: sopra un tavolo erano appoggiate e piegate le nostre Trading Shirt, dietro le quali era stampata una grande scritta UCSC bianca. Lì abbiamo incontrato i primi studenti, provenienti dalla McGill University of Montreal, con cui abbiamo scambiato le prime impressioni e sensazioni. 

Dopo la presentazione degli sponsor e il discorso del rettore dell’Università di Toronto, ci siamo ritrovati catapultati nell’atrio d’ingresso in cui, per rompere il ghiaccio, inizia già la prima prova. Un assaggio iniziale di quella di Outcry che ci aspettava il giorno seguente. Un’iniezione di adrenalina così grande che, appena usciti dall’università, ci siamo incamminati verso l’albergo con il cappotto aperto, così felici da non sentire nemmeno il gelo della fredda notte canadese. Ci siamo detti che un’occasione del genere sarebbe stata irripetibile.

Il giorno successivo ci siamo subito immersi nel clima della competizione, abbiamo cominciato subito con una prova di trading sul petrolio e continuato nel pomeriggio con il trading basato sull’analisi dei fondamentali. Infine la giornata si è chiusa con il tanto temuto Outcry, che ci ha fatto fare un tuffo nel passato permettendoci di vivere le sensazioni dei trader degli anni ’30, quando per chiudere un contratto bisognava urlare e sbracciarsi in quelle che diventeranno famose come le vecchie sale delle grida.

L’ultimo giorno altre tre importanti prove, ancor più quantitative delle precedenti: rebalancing su un portafoglio di bond, algorithmic trading e liquidazione di offerte provenienti da istituzionali. A darci sostegno il pensiero che di lì a poco avremmo avuto l’onore di festeggiare la fine della competizione in uno dei simboli di Toronto e del Canada, la famosa CN Tower.

Arrivati in cima al ristorante appositamente riservato per la cerimonia di premiazione, ci siamo seduti a un tavolo e abbiamo scambiato pareri, sensazioni, opinioni con gli altri ragazzi conosciuti durante quei giorni. Abbiamo scattato tante foto, scambiato indirizzi, contatti social, è stato veramente gratificante incontrare tanti studenti con cui si condividono gli stessi interessi, in molti casi anche non prettamente legati al mondo della finanza. Non dimenticheremo mai la bellissima sensazione di tensione provata prima di entrare nel Finance lab, la mano pronta, sul mouse, il conto alla rovescia seguito dall’«Happy Trading», all’inizio di ogni heat. 

Non dimenticheremo mai l’incoraggiamento costante e incessante fornito a turno da tutti i compagni di squadra, la rassicurazione dopo ogni sbaglio, la motivazione dopo un successo. Non dimenticheremo mai il momento in cui una coppia si dava il cambio con l’altra durante le manche, o quando ci davamo consigli su eventuali strategie vincenti ed errori da evitare, seguiti da un abbraccio, una pacca sulla spalla, un gesto d’intesa.

La chiamano International Trading Competition ma in realtà il trading in sé è soltanto ogni singola prova in cui si articola la gara. La vera essenza è quella di cercare di imparare a prendere delle decisioni affrontando l’incertezza legata al futuro. In assoluto questa è, al momento, la migliore competizione al mondo.

* Studenti della facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative. Nella foto in alto il team al completo: da sinistra Paolo Pegoraro, Maral Deljavan (tutor), Luca Invernizzi, Andrea Littardi, Giovanni Talarico

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