Quattro giorni intensi (dal 18 al 22 aprile scorso) tra Llar d’infants, Escoles Bressol, Espai familiar, Centre educatiu i terapeutic e un Laboratorio artistico dedicato ai bambini: una varietà di servizi che hanno concretizzato conoscenze e attivato confronti tra strutture, stili educativi e concezioni dell’infanzia differenti. “Ho conosciuto servizi nuovi e ricchi di proposte e spunti da riportare nelle nostre realtà quotidiane. Ogni realtà visitata mi ha suscitato e stimolato emozioni diverse e difficili da spiegare. È stata un'esperienza che vale la pena provare perché arricchisce e stimola molto, la consiglierei a tutti, ai miei colleghi ma soprattutto a tutte le persone che si occupano di servizi alla prima infanzia, anche solo per aprirsi a nuove prospettive e nuove realtà spesso così lontane ma così vicine a noi”, spiega Giorgia, terzo anno del corso di Laurea Triennale.
Le fa eco Susanna, compagna di corso: “Partire per questa esperienza per me era una sfida, un’avventura. Questa esperienza mi ha dato la possibilità di approfondire amicizie e coltivarne altre. È stata una bella occasione: di grande crescita professionale e di nuove conoscenze in campo educativo; soprattutto ricca di emozioni per il bel clima emotivo che si è creato”. Della stessa idea anche Francesca, studentessa della Cattolica solo da pochi mesi e già così recettiva delle proposte offerte.
Si è trattato della prima “uscita europea” per gli studenti della sede piacentina: “d’altra parte è difficile parlare di servizi in Europa senza provare a visitarne qualcuno”, ha constatato la prof.ssa Musi,docente di Pedagogia della prima infanzia e di Pedagogia dei servizi per l’infanzia in Italia e in Europa della sede piacentina. “Ho incontrato persone che non rivedrò più e persone con cui ho stretto un legame, ho visitato posti per bambini che rivoluzioneranno la comunità per adolescenti dove lavoro. Tutto questo è successo in una dimensione temporale 'densa’, come se tutto quello successo e fatto accadere abbia compresso il flusso temporale così da farci stare tantissimo in poco spazio”, è l’impressione che ne ha riportato Mattia, prossimo alla conclusione del suo percorso di Laurea Magistrale. “La persona che viaggia scopre, o riscopre, delle parti di sé inesplorate – ha concluso Nadia, dottoranda di Brescia - nella straordinaria situazione di estraniarsi dalla vita quotidiana. Un viaggio ci coinvolge a livello personale quando attiva non solo la mente, ma anche il cuore, l’immaginazione, le emozioni… E perché un viaggio sia veramente intenso, perché veramente ci cambi, la differenza la fanno proprio i viaggiatori: tra le risate e i pensieri condivisi, tra gli appunti scambiati e i silenzi attoniti di fronte alle guglie delle cattedrali, l’esperienza del viaggio ha introdotto un nuovo ordito nella trama delle nostre relazioni. Forse queste nuove tessiture si evolveranno, chissà, o forse no; certo è, che ad un’esperienza di tale rilievo personale, professionale e relazionale, nulla potrà mai essere tolto: semmai, tutto ciò che avverrà potrà solo esservi aggiunto”.
L’esperienza è stata possibile grazie alla collaborazione con Ferruccio Cremaschi, di Zeroseiup, un’associazione culturale he da anni coltiva rapporti di studio e di scambio culturale con numerosi servizi per l’infanzia e Centri di ricerca educativa della Comunità Europea. Dalla Catalogna ha risposto all’invito l'Associazione di maestri “Rosa Sensat”, fondata nel 1965 dall’insegnante Rosa Sensat: un movimento impegnato nella riforma del sistema educativo e scolastico per migliorare la qualità dell'insegnamento e dell'istruzione.