Oggi l’Università Cattolica ha ospitato a pranzo 27 ragazzi di terza media dell’Istituto comprensivo di Tronto Valfluviana (AP) e 4 tra i loro insegnanti, provenienti dai comuni terremotati di Acquasanta e Arquata.
Aderendo a un progetto di HOPE onlus, l’Unità di ricerca sulla Resilienza (RiRes) del Dipartimento di Psicologia dell’ateneo ha collaborato mettendo a disposizione l’esperienza di anni di lavoro in contesti di emergenza con i minori. Accolti per il pranzo nella mensa studenti, i ragazzi e i loro professori hanno partecipato anche a una visita guidata ai chiostri di largo Gemelli. Si replica domani, 13 dicembre, a pranzo mentre proseguiranno le attività di visita alla città.
“Terremoto in Centro Italia: in aiuto dei bambini e delle loro famiglie” è un progetto di emergenza umanitaria sviluppato da HOPE onlus che nasce in risposta alla necessità di un percorso post-trauma attraverso attività educative e multidisciplinari rivolto a bambini, a ragazzi e alle famiglie colpiti dal sisma del 24 agosto 2016.
Il progetto ha come principali protagonisti minori coetanei milanesi che, sostenuti da psicologi e ricercatori dell’Unità di Ricerca sulla Resilienza del Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica e operatori specializzati di Hope Onlus, portano aiuto e sostegno ai ragazzi dei comuni di Arquata, Acquasanta e Amatrice colpiti dal terremoto.
L’Unità di Ricerca sulla Resilienza (RiRes)
Nasce all’interno del Dipartimento di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Un team di docenti, ricercatori e professionisti che opera da diversi anni nell’ ambito di progetti di ricerca, formazione e intervento sulle tematiche di resilienza. Tutti i vengono sviluppati in partenariato con enti e organizzazioni locali e internazionali.
L’obiettivo è promuovere processi di resilienza in situazioni di vulnerabilità quali guerra, migrazione forzata e catastrofi naturali.
In pochi anni RiRes ha realizzato progetti educativi a favore della formazione di formatori che lavorano con minori e adolescenti in diversi paesi (Siria, Libano, Giordania, Gaza, Sri Lanka, Haiti e Italia) utilizzando il modello della resilienza assistita che rafforza le competenze dell’individuo e della comunità, rispondendo a richieste di aiuto per bisogni specifici.