Professione: educatore. Segni particolari? La passione per il teatro.
L’esperienza di Michele Senici, laureato a pieni voti in Scienze dell’educazione alla Cattolica di Brescia, è una storia d’eccezione svolta in un contesto - quello del campo profughi dell’isola di Samo, situata ad un km dalle coste della Turchia - che per molti è sinonimo di quotidianità. Un’area in cui confluiscono bambini, ragazzi, uomini, donne e famiglie nati e cresciuti nel mezzo della guerra, con alle spalle un bagaglio di dolore, traumi e perdite.
Classe 1993, Michele parte da Brescia alla volta di Samo il 20 ottobre scorso. Vi rimane un mese, durante il quale lavora alla scuola Mazi, che in greco significa insieme, e il cui nome racconta di quella condivisione che ne anima l’intera attività.
Michele conosce ragazzi e studenti del posto, condivide con loro momenti di studio e di quotidiana convivialità, ma soprattutto li introduce e porta avanti con loro il suo progetto teatrale in inglese che, partendo da tematiche come l’acquisto della consapevolezza di sé e il concetto di speranza nel futuro, diventa uno strumento terapeutico mirato, in cui la disciplina teatrale e la scienza pedagogica sono il mix che aiuta ad esorcizzare fantasmi e orrori visti e subiti da queste persone.
Una storia esemplare che ha il suo inizio in Italia, dove Michele lavora da anni come educatore professionale e ha fondato il marchio Pro Teatro. Fondamentale è stato l’incontro – virtuale, come si addice a questi tempi caratterizzati dall’uso dilagante dei social che annullano le barriere geografiche - col volontario Nicolò Govoni che, insieme ad altre due colleghe, è il fondatore della onlus Still I rise (una delle quattro Ong indipendenti che operano a Samo, finanziate da privati).
«Tornerò» racconta Michele, all’indomani dalla discussione della sua tesi di laurea in cui racconta modalità ed esiti del progetto. «Il prossimo luglio ripartirò, questa volta per diventare volontario a tempo pieno».
Nel frattempo, per conoscere la sua storia e sostenere le iniziative della Onlus, è possibile mettersi in contatto con lui e Pro Teatro tramite i social network Facebook e Instagram. Lì, dove tutto è iniziato.