Il master in Comunicazione per le Industrie Creative ha avviato, ormai da molti anni, una feconda collaborazione con il Canavese, territorio piemontese ricco di molteplici attrazioni ancora poco note al grande pubblico. In questo angolo incontaminato del Piemonte, ai confini con la Valle d’Aosta, convivono ricchezze di incommensurabile valore: dai lasciti industriali e architettonici del grande Adriano Olivetti, di recente inseriti nei patrimoni Unesco, alle bellezze naturalistiche dei laghi, dei fiumi, delle valli inviolate e dei rigogliosi vigneti.
Una relazione che prende corpo in maniera significativa durante il corso di Gusto e Sostenibilità, che da tre anni a questa parte culmina con un seminario residenziale organizzato dal professor Domenico Tappero Merlo - sommelier e produttore di vino, oltre che docente del master – e Spazio[Bianco] - Camere con Cultura, suggestiva struttura recettiva a Ivrea. Obiettivo dell’esperienza è far conoscere agli studenti l’estrema varietà delle eccellenze enogastronomiche italiane, in particolar modo quelle tipiche dei cosiddetti “territori minori”, al di fuori dei tracciati turistici di massa, di cui il Canavese è un eccellente esempio.
E così, facendo proprie le parole di Confucio - Dimmi e dimenticherò, mostrami e forse ricorderò, coinvolgimi e comprenderò - gli studenti hanno percorso, con la stessa fatica che fanno ogni giorno i produttori, i ripidi vigneti terrazzati di Carema insieme a Matteo Ravera Chion, laureato in antropologia e oggi vignaiolo sperimentatore dell’eroico nebbiolo Presidio Slow Food; successivamente hanno avuto la possibilità di assistere alle diverse fasi della produzione della toma della Valchiusella: dal latte appena munto alla cagliata fino alla stagionatura ad Alice superiore presso la cantina di Matteo Villa, uno dei pochi affinatori di formaggio rimasti nel nostro Paese.
Altrettanto emozionanti sono stati i momenti di contatto con il patrimonio artistico canavesano: il borgo di Torre Canavese, in cui ogni via, strada o piazza è arricchita da quadri di artisti di diverse nazionalità, e la galleria d’arte Datrino sotto la supervisione del suo fondatore, Marco Datrino, che ha calorosamente accolto gli studenti nel suo castello, sede della galleria.
La splendida cornice di Vistaterra nel castello di Parella, poi, ha ospitato il gruppo per una cena suggestiva, ricca di prodotti del territorio sapientemente preparati, e per un’interessante visita degli spazi del maniero, interamente ispirati a un’idea di sostenibilità a trecentosessanta gradi. Il castello, infatti, ospita orti e vigneti coltivati secondo i canoni dell’agricoltura biologica e si serve solo di fornitori locali, attentamente selezionati fra coloro che sono rimasti fedeli, pur innovandole, alle tradizioni.
Il seminario si è concluso con la visita alla Vigna del Belvedere, luogo particolarmente suggestivo in grado di raccontare il legame fra musica e vino grazie a un sapiente recupero enologico (oggi, infatti, dopo anni di abbandono, vi si produce Erbaluce di Caluso) che ha reso questo vigneto, limitrofo alla villa-dimora di Giuseppe Giacosa, librettista di Puccini, un vero e proprio museo a cielo aperto.
Tre giorni di esperienze, di forte coinvolgimento e di incontri in un territorio, il Canavese, con cui speriamo di continuare a collaborare nelle future edizioni del Master in Comunicazione per le Industrie Creative.