L’economia circolare sta attraendo grande attenzione come nuovo paradigma socio-economico. In realtà, nell’economia europea e italiana sono stati raggiunti importanti risultati di circolarità materiale come esito delle politiche dei rifiuti e del riciclo già in campo da anni. Ad esempio, l’Indicatore di circolarità elaborato da Eurostat (“Circularity in material use rate”) pone l’Italia tra i Paesi europei con le migliori performance, con un valore di 16,6 nel 2016, rispetto al 11,4 delle Germania e al 11,7 della UE28. Esiste quindi una “vecchia economia circolare” che si consolida continuamente. Ma ne sta nascendo una “nuova”.
A fare un bilancio di questo approccio economico è il rapporto su “Circular Economy: Connecting research, industry, and policy”, frutto della collaborazione tra Università Cattolica e Fondazione Eni Enrico Mattei (Feem). Il rapporto, che è stato presentato venerdì 10 maggio in largo Gemelli, è stato curato dal professor Roberto Zoboli con il contributo dei ricercatori di Seeds, il centro di ricerca interuniversitario sull’economia ambientale di cui la Cattolica fa parte.
A partire dal “Pacchetto Economia Circolare” lanciato dalla Commissione nel 2015, che ha dato luogo a nuove direttive sui rifiuti e alla “Plastics Strategy” del 2018, la prospettiva ora si allarga. L’idea di economia circolare va a ricomprendere le innovazioni industriali di risparmio di materiali e allungamento della vita utile dei prodotti, e le innovazioni organizzative di uso intensivo dei beni di consumo, ad esempio nella forma di sharing economy.
Il rapporto Unicatt-Feem indica che, in tale prospettiva allargata, l’Economia Circolare può diventare più intensiva di ricerca e innovazione ed essere un’importante area di politica industriale. Ad esempio, nella parte restante (2018-2020) di Horizon 2020, il programma quadro di ricerca e innovazione della UE, la Focus Area – “Connecting economic and environmental gains – the Circular Economy” attinge ad una dotazione complessiva di 964 milioni di €.
Nel rapporto Unicatt-Feem si prospetta una “Nuova Economia Circolare” basata sull’innovazione e sull’integrazione con altre due transizioni: quella verso la “Decarbonizzazione” del sistema economico e quella verso la Bioeconomia.