Arte e diritto possono sembrare mondi distanti. Ma non è così.
Lo dimostra una mostra in Università Cattolica che testimonia la vicinanza tra questi due mondi. Si intitola “Ius e(s)t Ars. Un itinerario tra arte e diritto” e raccoglie numerose opere di artisti contemporanei, tra maestri affermati (Giovanni Campus, Giorgio Milani, Osvaldo e Valdi Spagnulo, Laura Pitscheider, Elena Pugliese) e giovani emergenti (Benito Ligotti, Elena Canavese).
Fino al 30 giugno, tele, sculture, fotografie ed installazioni saranno ospitate negli spazi in cui quotidianamente docenti e studenti vivono l’Università.
Lo scopo della mostra, organizzata in collaborazione tra Centro Pastorale e Dipartimento di Scienze giuridiche, non è solo quello di avvicinare l’arte contemporanea ai più giovani e di offrire un evento culturale alla cittadinanza, che può visitare liberamente la mostra.
Lo scopo è anche quello di sollecitare una riflessione sull’oggi e di approfondire tematiche come quelle della giustizia, del rapporto tra regola e disordine e dell’identità nell’era digitale.
Non a caso, la mostra si articola in tre sezioni.
La prima, “Fare la giustizia”, mette in dialogo alcune opere d’arte con i tre principi fondamentali della giustizia, i praecepta iuris del giurista romano Ulpiano: honeste vivere, alterum non laedere e suum cuique tribuere. Le opere selezionate rimandano ora alla relazione con gli altri, ora al problema dell’uguaglianza, ora al male inferto ai propri simili o alla natura.
La seconda sezione, “Linea, norma, scrittura nella trama del reale”, vuole affrontare un tema caro al diritto, quello del rapporto tra la regola e l’imprevedibilità della realtà. Alcune opere mostrano fiducia nella vocazione del diritto ad ordinare l’infinita varietà dei casi umani attraverso le proprie norme, mentre altre evocano lo scacco del diritto contemporaneo, nel quale sulla forza ordinante della regola prevale il caos della pluralità di regole, tra i cui interstizi si annida la lacuna, cioè il caso senza regola.
La terza sezione, “Diritto e identità nell’era digitale”, apre uno squarcio su uno dei temi più affascinanti del diritto contemporaneo, quello dell’identità personale in un mondo in cui i social media ed il web tendono a scomporre la nostra soggettività in identità multiple, simultanee e virtuali. Il trait d’union tra le opere selezionate è quello delle tracce che l’uomo vuole lasciare di sé: dalle impronte digitali raccolte dall’artista tra persone incrociate per caso a ciò che la persona vuole affidare ai posteri tramite un testamento poetico, cioè un lascito immateriale registrato su supporto audio-video.
L’iniziativa costituisce un ulteriore tassello degli eventi organizzati nell’ambito del corso di Laurea magistrale in Giurisprudenza, che dal prossimo anno accademico arricchisce la propria offerta formativa affiancando al profilo “Diritto&Economia” il nuovo profilo “Diritto e innovazione digitale”.