Lo studio che l’Università Cattolica ha svolto quest’anno si è basato su un dataset di 160 collezioni aziendali e si è focalizzato su tre aree fondamentali. In primo luogo, la ricerca, coordinata da Chiara Paolino, docente di Human resource management in the arts industry in Università Cattolica, ha voluto analizzare le pratiche di gestione della collezione e quanto queste pratiche siano integrate o meno con il ‘mondo manageriale’. Un’altra area di indagine ha fatto riferimento alla struttura organizzativa e alle professionalità a supporto delle collezioni. Si sono infine analizzati i network di riferimento delle collezioni, per comprendere quanto questa tipologia di collezionismo sia gestita attraverso collaborazioni e scambi di risorse strutturati tra aziende e istituzioni.
Per quanto riguarda il campione analizzato, più della metà delle collezioni fa riferimento ad organizzazioni di piccole dimensioni (il 54% del campione ha meno di 50 dipendenti). È interessante notare anche un gruppo di grandi aziende (il 23% del campione che ha dichiarato di avere più di 1000 dipendenti), che testimonia la varietà del fenomeno del collezionismo di impresa in Italia. I settori sono diversi tra loro con una piccola prevalenza di organizzazioni appartenenti al settore bancario e assicurativo. Domina l’arte contemporanea (53% delle osservazioni) e le collezioni hanno un valore medio di circa 5 milioni di euro.
La ricerca ha fatto emergere luci e ombre nella gestione delle collezioni corporate. Da una parte l’analisi ha permesso di individuarne un gruppo identificabile per una integrazione maggiore della vita artistica e gestionale della collezione stessa. In questo gruppo essa ha vitalità scientifica e partecipa contemporaneamente ad una vita organizzativa più ampia, conseguendo risultati positivi in termini artistici e organizzativi - aziendali.
Dall’altro lato i risultati della ricerca illustrano che per quanto si possano individuare significative realtà di grande successo, sia in termini di impatto culturale che di strutturazione organizzativa, mediamente sembra che le collezioni analizzate non siano impostate con una ‘intenzione manageriale’ che si affianca a quella culturale, e viceversa. Esse sembrano rimanere in bilico tra questi due mondi e tra le forme di governo e le priorità che li caratterizzano.
«Studiare il fenomeno del collezionismo d’impresa fa emergere la varietà delle scelte e delle modalità di gestione dell’arte in azienda e nelle organizzazioni e come queste siano strettamente correlate all’evoluzione, alla storia, alla cultura, alla vita di persone, d’imprenditori e delle istituzioni stesse - ha dichiarato Domenico Bodega, preside della facoltà di Economia dell’Università Cattolica -. Questa ricerca evidenzia che possedere soluzioni adeguate e strutture specifiche per la gestione delle collezioni, soprattutto condivise attraverso la costruzione di reti relazionali e mutuare buone pratiche tipiche delle prassi gestionali più evolute, crea valore tangibile per la vitalità artistica della collezione stessa, che per il modo di vivere l’organizzazione, l’attività professionale ed il lavoro».
«La spinta ad intraprendere una ricerca può arrivare da diverse direzioni, per AXA ART lo stimolo è partito dal suo interno, dalla propria vocazione di attenzione e protezione al mondo dell’arte - ha dichiarato Italo Carli, direttore generale di AXA ART - Il numero sempre crescente di aziende che ci hanno scelto come partner assicurativo ci ha spinto a cercare di interpretare l’importanza che stava assumendo il fenomeno, che lega tra loro la cultura e il mondo dell’impresa italiana. Con uno spirito nuovo, dedotto da una matrice economica, ne abbiamo preso coscienza migliorando la nostra offerta».
«Il binomio “arte” e “impresa” caratterizza da sempre l'attività di Intesa Sanpaolo in modo profondo e radicato» - ha affermato Michele Coppola, Responsabile Attività Culturali di Intesa Sanpaolo. «La Corporate art collection della Banca è vastissima: è formata da oltre 20.000 opere, dall’archeologia fino all’arte contemporanea. Conservare e valorizzare le nostre raccolte d’arte è da sempre una priorità. La migliore testimonianza sono le Gallerie d’Italia, le sedi museali di Intesa Sanpaolo a Milano, Napoli e Vicenza in cui sono esposte le opere più rilevanti del patrimonio, proprio negli spazi dove fino a pochi anni fa si svolgeva l’attività bancaria. Tutelare e portare valore alla collezione d’impresa - bene privato consegnato alla fruizione pubblica - è un atto di responsabilità sociale e nello stesso tempo uno strumento strategico che contribuisce a sottolineare la nostra specifica identità».