Sono passati oltre cento anni dalla nascita del metodo montessoriano, eppure fama ed efficacia scientifica del sistema che all’inizio del secolo rivoluzionò le pratiche educative non sembrano risentirne..
E proprio in virtù della grande attualità di cui il metodo gode nella società contemporanea - in Italia e nel mondo - l’edizione 2018 degli «Annali di storia dell’educazione e delle istituzioni scolastiche», a cura dell’Archivio per la storia dell’educazione in Italia della Cattolica, è stata dedicata a “Maria Montessori e le sue reti di relazioni”.
"Insieme a Don Bosco e Don Milani, Montessori è certamente una delle figure più note in Italia e all'estero in fatto educazione. Oggi assistiamo a una rifioritrua di studi nei contronti del suo grande lavoro; questo è duvuto in larga misura alla crescente attenzione riservata alla problematiche che riguardano i più piccoli" ha introdotto il prof. Luciano Pazzaglia, Direttore dell’Archivio:
Sulla genesi del metodo ma anche sulle sue attuali applicazioni si è soffermata la Direttrice del Dipartimento di Pedagogia in Cattolica Simonetta Polenghi.
“Muovendo da uno studio avente per oggetto bambini e bambine affetti da problemi psichici ed espandendone la metodologia all'educazione di tutti i bambini, sia quelli che presentavano problematiche sia quelli normali, la nota educatrice arrivò ad osservare come il metodo applicato portasse ai medesimi effetti stimolanti su entrambe le categorie prese in esame – ha osservato Polenghi. - Il metodo Montessori insegna ai bambini l'ordine, la concetrazione, la libertà non fine a sè stessa bensì finalizzata all'autocontrollo. Un fatto, quest’ultimo, che in una società come la nostra, estremamente bisognosa di integrare correttamente le diversità, può costituire una risposta concreta”.
Del resto si trattò di un rivoluzione pedagogica e culturale: molte regole che apparivano consolidate in ambito educativo cambiarono radicalmente.
Secondo il principio che un individuo disciplinato è capace di auto-regolarsi solo quando sarà necessario seguire delle regole di vita, ecco allora che i bambini "subnormali" venivano trattati con rispetto, venivano organizzate per loro delle attività didattiche, dovevano imparare a prendersi cura di sé stessi e venivano incoraggiati a prendere decisioni autonome.
Perché l'adulto che richiede l'obbedienza al bambino - sosteneva Montessori - trascura quasi sempre la reale volontà di quest’ultimo.