Non è solo la preghiera del Padre nostro a cambiare nelle celebrazioni di domenica 29 novembre nelle chiese di tutta Italia. Con l’arrivo della terza edizione italiana del Messale di Paolo VI, quello che ha tradotto le intuizioni del Concilio Vaticano II, le nuove parole della Messa debuttano nelle assemblee liturgiche. Il nuovo libro liturgico si presenta a partire dalla prima domenica d’Avvento del rito romano, anche se diventerà obbligatorio dalla prossima Pasqua, 4 aprile 2021, quando sarò dismessa la precedente edizione che ha scandito la liturgia dal 1983.
Il progetto di revisione, coordinato dalla Conferenza episcopale italiana, ha coinvolto numerosi esperti nella Commissione episcopale per la liturgia, fino a giungere nel novembre 2018 all’approvazione del testo definitivo da parte dell’Assemblea generale dei vescovi italiani. Poi, dopo il “via libera” di papa Francesco, il cardinale presidente Gualtiero Bassetti ha promulgato il libro l’8 settembre 2019. E lo scorso 29 agosto la prima copia è stata donata al Pontefice.
La maggior parte delle variazioni riguarda le formule proprie del sacerdote. Le novità per l’assemblea dei fedeli sono poche ma il cambiamento ci obbligherà, forse, a fare più attenzione a ciò che diciamo. Don Andrea Vena, collaboratore del Centro pastorale dell’Università Cattolica, spiega, dall’altare della cappella del Sacro Cuore di largo Gemelli a Milano, quali sono le principali novità.