Come sta cambiando il lavoro in banca? Quali sono le prospettive future? Come vengono gestiti i cambiamenti nelle relazioni tra datori di lavoro e dipendenti? Qual è la dinamica delle retribuzioni? A queste domande cerca di rispondere il nuovo numero dell’Osservatorio monetario (3/2019).
Il rapporto quadrimestrale, a cura del Laboratorio di Analisi Monetaria, sarà presentato martedì 12 novembre nell’ambito dell’incontro dedicato al tema “Lavorare in banca. Un mondo in evoluzione”, in programma alle ore 14.30 nell’Aula Pio XI dell’Università Cattolica del Sacro Cuore (largo Gemelli, 1 – Milano).
Dopo i saluti di Rony Hamaui, segretario generale dell’Associazione per lo Sviluppo degli Studi Banca e Borsa (Assbb), si alterneranno le relazioni di alcuni autori dell’Osservatorio monetario: Lorenzo Cappellari, Michele Faioli, Claudio Lucifora, tutti docenti all’Università Cattolica. Seguirà, poi, una tavola rotonda, cui parteciperanno Salvatore Poloni, Associazione Bancaria Italiana (Abi), e Lando Sileoni, Federazione Autonoma Bancari Italiani (Fabi). Introdurrà e coordinerà i lavori Angelo Baglioni, direttore Osservatorio Monetario.
Il rapporto, nello specifico, analizza i cambiamenti che negli ultimi anni hanno investito il mondo del lavoro nel settore finanziario. I dati parlano chiaro. Tra il 2008 e il 2018 il sistema bancario europeo è “dimagrito” di circa un quarto: le filiali si sono ridotte del 27% (65.000 unità in meno). Il nostro Paese non ha fatto eccezione: in un decennio il numero di sportelli bancari è diminuito di circa il 20%. «Sia la crisi finanziaria sia l’innovazione tecnologica hanno portato a una drastica riduzione nel numero di unità», osserva il professor Angelo Baglioni. Tuttavia, «non è solo un problema di quantità ma anche di composizione del lavoro: si richiedono sempre meno operazioni ripetitive e quindi i lavoratori che sono alla cassa o allo sportello possono essere facilmente sostituiti dai computer». Questo sta influendo molto sui rapporti contrattuali: «Sono sempre di meno i rapporti di lavoro tradizionali a tempo indeterminato o full time, mentre aumentano quelli di tipo indipendente e autonomo, soprattutto nel settore della consulenza, dei servizi di investimento, della distribuzione dei prodotti finanziari tali da rendere il lavoro più precario e meno stabile rispetto al passato. In cambio, però, aumenta la richiesta di figure professionali dotate di soft skills, quali abilità comunicative e relazionali, capacità di leadership e creatività».
Ultima nota: l’Osservatorio Monetario raccoglie anche un approfondimento sulla discriminazione di genere. Secondo il rapporto, quasi la metà del personale impiegato (45%) nel settore è femminile. Tuttavia, sembra ancora persistere il fenomeno del “soffitto di cristallo”: le donne hanno minori opportunità di carriera degli uomini e raramente accedono ai ruoli esecutivi di vertice. Ciò si riflette nel pay gender gap: le donne guadagnano mediamente meno degli uomini, anche a parità di livello di istruzione e di età.
L’Osservatorio monetario è un’analisi sulla congiuntura economica nazionale e internazionale curata dal Laboratorio di analisi monetaria dell’Ateneo, in collaborazione con le facoltà di Economia e Scienze finanziarie, bancarie e assicurative dell’Università Cattolica e l’Associazione per lo Sviluppo degli Studi di Banca e Borsa (Assbb).