Un’attenta gestione economica di beni e strutture non può più essere marginale al carisma e alla missione delle Congregazioni religiose. Un’urgenza emersa chiaramente nel convegno “Economia a servizio del carisma e della missione”, che si è tenuto venerdì 1° febbraio in un’aula Pio XI gremita di esponenti di diversi ordini religiosi, organizzato dal Centro Studi sugli enti ecclesiastici dell’Università Cattolica (Cesen) e dalla Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica.
Sinodalità, competenza, trasparenza, corresponsabilità: sono le parole-chiave riproposte in varie declinazioni dai relatori che si sono alternati nel dibattito con l’obiettivo di fare un primo bilancio a un anno di distanza dagli “Orientamenti” emanati dalla Congregazione.
«È importante essere coinvolti in questo progetto di grande valore, che esprime la necessità di conciliare la nobiltà dei fini con i limiti concreti dell’oggi», ha detto il rettore Franco Anelli, intervenendo all’incontro. E in tal caso «il ruolo dell’università non è solo trasmettere conoscenze ma anche imparare da queste esperienze che abbiamo di fronte».
Sia l’assistente ecclesiastico generale monsignor Claudio Giulidori sia il prorettore vicario Antonella Sciarrone Alibrandi hanno messo in evidenza la proficua collaborazione tra Congregazione vaticana e Università Cattolica che si avvale dei suoi strumenti scientifici e culturali per il bene della chiesa, secondo il ruolo affidatole dalla Ex corde ecclesiae, dimostrando la sua vicinanza alla realtà e ai problemi quotidiani.
Tanti gli aspetti analizzati: l’adeguamento alle normative ecclesiastiche e statali, la professionalità nella gestione dei beni senza perdere di vista il carisma della missione del proprio ordine; lo stabilire regole che prevedano il lavoro in équipe tra i superiori e gli economi in vista di una maggiore corresponsabilità; la temporaneità delle cariche per evitare di creare monopoli di gestione; la trasparenza della contabilità che non vuol “rendere conto” per mancanza di fiducia bensì per maggior coinvolgimento di tutta la comunità circa le scelte economiche dell’istituto in linea con il dettato evangelico; la creazione di mentalità nuove che vadano oltre prassi o consuetudini desuete e datate; l’affidabilità come criterio di fiducia e di concretezza.
Su questi temi, dopo la relazione di monsignor José Rodriguez Carballo, segretario della Congregazione per gli istituti di vita consacrata, si sono confrontati gli economi generali di vari ordini e alcuni docenti universitari, tra i quali Elena Beccalli, preside della facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative, e Andrea Perrone, docente di Diritto commerciale nella stessa facoltà.
Il cardinale João Braz De Aviz, prefetto della Congregazione pontificia, ha portato la testimonianza personale di un colloquio con il pontefice, preoccupato nel vedere il mondo dell’economia lontano dalla visione evangelica. Proprio papa Francesco ha fatto riferimento all’importanza della professionalità perché l’economia è una scienza e come tale va approcciata, lavorando insieme per valutare le situazioni in stile ecclesiale e per trovare soluzioni evangeliche.
Con un obiettivo: che l’economia risulti sempre a servizio dell’uomo, del bene comune e delle relazioni.