di Benedetta Campelli *
“Mes chèrs parents, je pars. Je ne m’enfuis pas, je vole!”
“Cari genitori, io parto! Non scappo via, volo!” - La famiglia Bélier
Con queste parole nel cuore è iniziata la mia avventura per l’Erasmus a Bordeaux, in Francia. Come per ogni partenza, serve essere preparati. E la preparazione è iniziata mesi prima con iscrizione, test linguistici, accettazione, assegnazione della destinazione, scartoffie burocratiche, piano di studi, prenotazione del volo, peripezie per trovare l’alloggio, saluti di arrivederci… e finalmente il giorno della partenza!
Sono partita sicura che questa esperienza mi avrebbe donato tanto, sicura che sarei cresciuta come ragazza, studentessa, cittadina e persona. E così è stato.
Non posso negare che ci sono siano state alcune difficoltà, ma è parte dell’adattamento! E, passo dopo passo, ho potuto vedere come ogni paura e ogni momento difficile diventava più chiaro e lucido e si trasformava in un’opportunità da cogliere al volo! Ho creato una rete di amicizie meravigliose con altri studenti internazionali, sono riuscita a visitare molti posti mozzafiato intorno alla città in cui mi trovavo, sono riuscita a organizzarmi come studentessa fuori sede tra le lezioni che finivano alle 21 e gli esami ravvicinati (anche due o tre al giorno), a livello accademico non ho perso tempo e sono riuscita a migliorare il mio livello di conoscenza della lingua francese.
Mi sono totalmente innamorata della città in cui mi trovavo. Parte di Bordeaux è patrimonio dell’Unesco, si sente il profumo di storia ovunque, e l’atmosfera francese è ben presente in ogni vicoletto, in ogni bistrot e in ogni boulangerie o crêperie a tutti gli angoli della strada! La zona circostante e la regione dell’Aquitania è ricca di bellezze che meritano di essere visitate. A un’ora dalla città si trova un paesino di nome St. Emilion caratterizzato dai vigneti che in autunno mostrano colori e fanno assaporare uva, vini e profumi indimenticabili. Poco più lontano, in direzione dell’oceano, c’è lo stupendo e assurdo panorama della Dune du Pilat; una duna desertica alta 100 metri da scalare e alla cui sommità ci si trova davanti l’oceano e dietro una foresta verde! Inoltre, prendendo il TGV in poco tempo si può arrivare a cittadine bellissime come Toulouse e Lyon, o, più a nord, nella meravigliosa capitale, Paris.
Credo che ci siano molteplici chiavi per il successo in questo tipo di esperienza: adattarsi, essere aperti mentalmente, tenere gli occhi spalancati in qualsiasi momento e situazione, informarsi bene e non aver mai paura di chiedere chiarimenti, buttarsi, organizzarsi, scegliere i corsi da frequentare in maniera coerente con il proprio piano di studi per sfruttare al meglio l’offerta formativa di un’università estera, essere costanti nello studio e impegnarsi seriamente. Una volta finita l’esperienza, guardando indietro ai passi fatti con impegno, ognuno potrà riconoscere di aver camminato un bel pezzo di strada tirando fuori una forza che non si immaginava neanche di avere.
Trascorrere un periodo della propria vita all’estero è un’avventura che consiglio a chiunque, dà una grande energia, arricchisce sotto ogni punto di vista e proietta verso un futuro più stimolante. Nella vita non ci viene chiesto di essere perfetti, ma di non sprecare le occasioni; l’Erasmus è una di queste!
* 21 anni, di Castelvetro Piacentino (pc), terzo anno della laurea triennale in Scienze Linguistiche e Relazioni Internazionali, facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere, campus di Brescia