di Arianna Antonelli e Anna Mazza *
Se non fosse per il motore di ricerca lo staremmo ancora cercando sul mappamondo: “Porto Velho: capitale della Rondonia”. Era la nostra destinazione per il Charity Work Program.
Pensando al Brasile vengono subito in mente le spiagge di Rio de Janeiro, il Corcovado con l’imponente statua del Cristo Redentore, i moderni grattacieli di San Paolo e le strade invase da ballerini di Samba o Capoeira. Il paesaggio che ci ha accompagnato nelle nostre quattro settimane di Charity Program è completamente diverso, ma altrettanto suggestivo.
A pochi passi dalla foresta amazzonica il sole regala spettacolari tramonti sul Rio Madeira. Dicono che il nome “Brasile” derivi da brace, dal colore del sole, rosso fuoco alla sera… e lì abbiamo capito perché. Tutto questo è però un Paese che, accanto alle sue naturali bellezze, porta sulle spalle una grave crisi politico-economica e numerosi episodi di violenza e corruzione.
L’associazione Casa Familia Rosetta, dove abbiamo svolto la nostra esperienza, lavora proprio per dare una risposta alle urgenze di tale contesto, occupandosi in particolare del supporto psicologico e del reinserimento sociale di soggetti tossicodipendenti e bambini con disabilità fisiche e mentali.
Abbiamo fatto tante esperienze formative, come l’osservazione di gruppi terapeutici (e talora anche la conduzione degli stessi, con qualche errore di Portoghese, corretto in corso d’opera), colloqui individuali con alcuni utenti delle comunità terapeutiche e attività di vita quotidiana nelle varie strutture (immancabili l’ora di zumba e l’appuntamento serale con le telenovelas).
Ma ciò che ci è più rimasto nel cuore delle nostre giornate brasiliane non è il fare, ma lo stare con le persone incontrate, andando un po’ oltre l’etichetta di “utente” vs “meninas do psicologia italiane”, dove non c’è chi insegna e chi impara, ma un posto in un cui ci si arricchisce reciprocamente. Grate per ciò che abbiamo vissuto e per i piccoli successi quotidiani condivisi con utenti, operatori e volontari dell’associazione, non ci resta che augurarci un arrivederci: Obrigada Brazil, atê breve!
* Anna, di Sondrio, e Arianna, di Macerata, 23enni studentesse di Psicologia Clinica, facoltà di Psicologia, campus di Milano