di Roberto Auzzi *
I buchi neri supermassicci sono oggetti ancora misteriosi, ma piuttosto comuni nell'universo; sembrano infatti essere presenti in quasi tutte le galassie di grandi dimensioni. La loro massa è pantagruelica: quello che è stato appena osservato ha la stessa quantità di materia pari a 6.6 miliardi quella del nostro sole. E' stato affettuosamente battezzato Powehi – “fonte oscura di creazione senza fine” in Hawaiano - ed è situato nella Galassia Virgo A, a circa 50 miliardi di anni luce da noi.
I “buchi neri” meritano a tutti gli effetti il proprio nome in quanto sono più neri del mantello di un gatto nero dentro un tunnel nero e completamente privo di illuminazione. Se li si guarda isolati non c'è speranza di vedere nulla, neanche la radiazione di Hawking, che, sebbene concettualmente importante, risulta veramente debole per un buco nero supermassiccio.
Quello che vediamo nella foto è la luce emessa dal gas che gli gira intorno, che forma quello che viene chiamato il disco di accrescimento. Ogni tanto, un po’ di questo gas capita troppo vicino al buco nero e inizia a cadere dentro, divorato inesorabilmente da questo ingordo gigante cosmico. Per effetto dell’immensa energia di legame gravitazionale (che può sprigionare un’energia maggiore di quella di una fusione nucleare) questo gas diventa incandescente ed emette luce. La parte più chiara dell’anello corrisponde al gas che sta ruotando verso di noi, quella più scura al gas che sta ruotando in direzione opposta. Al centro spicca quella che potremo chiamare la silhouette del buco nero.
La radiazione che vediamo in realtà non sarebbe visibile all’occhio umano, perché è nella regione delle onde radio. Quella che vediamo è una presentazione grafica del segnale, con i colori che rappresentano la temperatura osservata del gas.
Un'osservazione straordinaria di un’affascinante creatura astronomica ancora estremamente misteriosa!
* ricercatore di Fisica teorica, facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali, sede di Brescia