Un’analisi costante per monitorare anno per anno l’evoluzione delle figure professionali del mondo della comunicazione. La ricerca condotta da OssCom e Certa è stata presentata il 4 maggio in aula Pio XI e porterà alla pubblicazione di un libro bianco nel mese di settembre. «Uno strumento scientifico per i professionisti - sottolinea il direttore dell’Almed Ruggero Eugeni - ma con un alto livello divulgativo che lo rende accessibile anche ai non addetti ai lavori».
Elisabetta Locatelli, docente di Digital Communications Management, ha presentato una ricerca che quest’anno si è concentrata sulle trasformazioni professionali che interessano le agenzie creative e le aziende. «Le società diventeranno sempre più degli editori di contenuti che saranno poi distribuiti sui vari media. Questa trasformazione ha ripercussioni nell’ambito occupazionale perché le aziende ristrutturano alcuni comparti come quelli del sito web, dell’ufficio stampa, del Sem e del Seo, la gestione con il cliente e l’e-commerce».
Le agenzie creative invece si sono ri-posizionate nella filiera, investendo maggior risorse nella gestione della strategia digitale. Alcune professioni si consolidano come il social media editor mentre altre si trasformano. «Il creativo non è più chiuso nella sua torre d’avorio ma si sporca le mani perché conosce le tecnologie, si interfaccia con il cliente e pensa alla contenuto creativo in funzione della distribuzione».
La seconda ricerca, condotta dal Certa, si è focalizzata sull’area della produzione televisiva perché è presente un alto tasso di internazionalizzazione. «Il settore del broadcast richiede delle competenze sempre più estese e fluide. La specializzazione rimane un valore aggiunto - fa notare Massimo Scaglioni, professore di Storia dei Media - ma è imprescindibile avere uno sguardo a 360 gradi su tutta la filiera. A chi si affaccia sul mondo del lavoro viene richiesta una sensibilità versi nuovi linguaggi e nuovi stili di produzione e la capacità di muoversi tra produzione sia ad alto budget e sia low cost» In tutte le aziende i profili ricercati devono essere versatili e avere competenze tecniche come l’editing o la capacità trovare storie per contenuti editoriali originali. «Diventano sempre più rilevanti - aggiunge Scaglioni - figure professionali che funzionino da raccordo tra processi produttivi più complessi che coinvolgono i creativi, i concessionari e gli inserzionisti.»
Nicoletta Vittadini, direttore del master in Digital Communication Specialist di Almed ha sintetizzato gli aspetti più rilevanti delle due relazioni. «Si assiste a un’ibridazione e internazionalizzazione dei contesti di lavoro. Nel caso del settore della comunicazione digitale, la delega ad altri soggetti per la gestione della social media comunication viene sostituita da forme di partnership e co-creazione».
Ai candidati è richiesto che le competenze tecniche siano accompagnate da una buona dose di soft skills. La curiosità, la disponibilità ad un’auto-formazione continua, l’essere in grado di organizzarsi in autonomia e la capacità di saper parlare in pubblico sono fondamentali.
«Il quadro del professionista della comunicazione del futuro che emerge dalle due relazioni è quello di una persona - conclude la professoressa Vittadini - che combini creatività e quindi innovazione, razionalità e quindi capacità di analisi e relazionalità, abilità di lavorare in gruppo».