«Con questa antologica – spiegano i curatori, Guido Pensato e Gaetano Cristino – si intende far conoscere, nella ricorrenza del centenario del Bauhaus, la complessità e l’originalità dell’opera di Alfredo Bortoluzzi, attraverso un percorso che dagli anni della formazione, dapprima presso l’Accademia di Belle Arti della sua città natale e poi alla scuola Bauhaus di Dessau, dove ebbe come Maestri Albers, Klee, Kandinskij e Schlemmer, giunge, con l’intervallo dell’attività di ballerino e coreografo, fino all’approdo, negli anni Cinquanta, a Peschici, sul Gargano, dove riprende la sua attività di pittore portando a maturazione i suoi registri espressivi e il suo linguaggio poetico».
La mostra “Alfredo Bortoluzzi. Dal Bauhaus al mare. Opere su carta 1924-1995” organizzata dalla Fondazione dei Monti Uniti di Foggia, in collaborazione con l’Università Cattolica, è stata inaugurata l’11 ottobre 2019in aula Maria Immacolata, nell’ambito delle celebrazioni per il centenario della istituzione del Bauhaus, la scuola d’arte, design e architettura più influente del XX secolo, che nel 2019 sta coinvolgendo tutte le più importanti istituzioni culturali tedesche ed europee.
Le opere esposte negli ambulacri dei chiostri di largo Gemelli, che resteranno allestite fino al 31 ottobre 2019, sono circa cento, in un percorso che riconduce sinteticamente a unità i segmenti fino a oggi esplorati, raccogliendoli attorno ad un nucleo consistente di lavori che l’Artista teneva riservati per sé, alle pareti della sua casa: il Bortoluzzi di Bortoluzzi.
Alfredo Bortoluzzi (Karlsruhe, Germania, 1905 – Peschici, Foggia, 1995), pittore, ballerino e coreografo, nasce in Germania da genitori italiani. Frequenta dapprima l’Accademia di Karlsruhe e quindi, dal 1927 al 1930, il Bauhaus a Dessau, dove ebbe come maestri Wassilij Kandinskij, Joseph Albers, Oskar Schlemmer e soprattutto Paul Klee, di cui divenne molto amico e che influenzò particolarmente la sua concezione della pittura come “gioco con le cose ultime”. Tiene la sua prima mostra a Berlino, nel 1930. Sempre a Berlino espose nel 1931 alla Galleria Flechtheim, insieme ai suoi maestri.
Nel 1933 partecipa alla Mostra degli artisti del Bauhaus a Düsseldorf, ma la collettiva viene vietata e sequestrata dai nazisti. Esule a Parigi, Bortoluzzi si dedica prevalentemente al balletto classico occupandosi delle coreografie e delle scenografie. Apprezzato per questa sua attività dapprima in Francia e, nel dopoguerra, anche nei maggiori teatri della Germania, Bortoluzzi ritorna comunque alla pittura. È protagonista tra l’altro della rassegna 50 Jahre Bauhaus itinerante per il mondo. Nel 1946 espone ad Heidelberg alla Mostra degli artisti proibiti dai nazisti (con Klee, Kandinskij ed altri). Nel 1947 tiene una personale alla Kunstverein di Karlsruhe. Altre personali organizza a Baden-Baden nel 1948, a Colonia nel 1950, ad Essen nel 1954. Nel 1958, benché abbia ormai un mercato internazionale al più alto livello e la consacrazione dei maggiori critici europei, sceglie di vivere sulla Montagna del Sole, sul Gargano, a Peschici (Fg), trovando nello scenario garganico non solo una fonte inesauribile di ispirazione ma soprattutto “un approdo determinante ai fini della elaborazione del suo linguaggio maturo”.