In fondo, Iena si è sempre sentita. «La giacca e la cravatta sono già nel mio armadio. Fin da quando mi sono incaponita con la mia inchiesta video sul petrolio in Basilicata e ho litigato con un paio di compagni di classe». Valeria Castellano, master in giornalismo 2011-2012, è la neo-Iena del programma di Italia 1. «Sarò inviata e non vedo l’ora di cominciare: vestirò i panni di una Iena per continuare a portare nelle case degli italiani le mie denunce».
Valeria, calabrese, trentenne, è appena passata a Mediaset dopo diverse stagioni a “La Gabbia” de La7 che definisce “una palestra importantissima”. Ma, al di là delle caratteristiche della trasmissione di Italia 1, in cui sarà prossimamente impegnata, ha sempre amato il video-giornalismo e l’inchiesta: «Quando ho iniziato la scuola di giornalismo, non sapevo nulla di questa professione. Ero laureata in Giurisprudenza e mi ero appena licenziata da uno studio legale. Per me il giornalismo non era il desiderio di diventare famosa ma una vera e propria missione di vita. Quando ho superato il concorso per entrare nella scuola di via Sant’Agnese, la mia vita è cambiata per sempre e in meglio. Immaginavo il mio futuro nella carta stampata e non avevo mai pensato al video-giornalismo, non avevo mai immaginato il mio volto in televisione. La scuola mi ha aperto la mente, mi ha indicato nuove strade e nuove opportunità. Ho imparato il mondo del video quando ho conosciuto il direttore delle testate, Matteo Scanni, e la tutor Laura Silvia Battaglia: grazie a loro ho scoperto la potenzialità di un racconto realizzato attraverso le immagini, la musica, le parole».
Valeria è soltanto uno dell’abbondante centinaio di giornalisti che vengono da qui, da quella che fu la Scuola di Comunicazioni Sociali, una fra le più antiche in Italia, oggi diretta dal professor Marco Lombardi con il giornalista d’inchiesta Matteo Scanni (già vincitore dei premi Alpi e Siani e oggi presidente del DIG Award - Documentari Inchieste Giornalismi) come direttore delle testate, dentro l’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo (Almed).
È una scuola che ha cambiato pelle alla fine degli anni Novanta, quando è diventata master, affiancando al praticantato giornalistico convenzionato con l’Ordine professionale nazionale il percorso di specializzazione post laurea del nuovo ordinamento universitario. Così, chi completa il corso di studi ottiene sia il titolo accademico che l’accesso all’esame di Stato a Roma per diventare giornalista professionista. E una delle chiavi della didattica della scuola è quella di fornire gli strumenti più adatti per sviluppare giornalisti d’inchiesta e d’inchiesta video e televisiva.
Molti di loro, oggi, lavorano come autori o inviati in programmi della televisione nazionale e di tivù private, come La 7, che hanno questo taglio di inchiesta/denuncia: Giuseppe Ciulla, una lunga esperienza di capo-redattore a Telelombardia, oggi è uno degli autori di “In Onda”; Alessio Lasta, da parecchi anni in Rai, è uno degli inviati storici di “Ballarò”; Vicsia Portel, biennio 2002-2003, anche lei firma di “Ballarò”, aveva iniziato in Rai con le dirette da palazzo Chigi. Vicsia era compagna di classe di Tonia Cartolano, inviata di SkyTg24 dove Lorenzo Gaggi, biennio 2005-2006, è uno degli anchorman del tg più conosciuti.
E ancora ci sono Giulia De Dionigi e Alessio Schiesari per i programmi de La7, come autori delle trasmissioni o dei servizi, e Giuliana Grimaldi ed Eleonora Rossi Castelli (per citarne solo due) a Mediaset. Quasi un esercito di ex allievi della Cattolica ha vinto il più recente concorso Rai, bandito nel 2015, aggiungendosi a Matteo Merli e Alessandra Farina, già vincitori del concorso precedente per le sedi regionali. Tra i 100 giornalisti vincitori, ben dieci sono ex della Cattolica, tra cui il primo classificato, Giacomo Segantini, oggi al Tg1, dopo diversi anni come redattore all’estero per Euronews.
Ma ci sono anche coloro che hanno fatto strada nelle agenzie e nella carta stampata. Come Igor Greganti e Franco Vanni, compagni di banco del biennio 2005-2006, oggi entrambi cronisti di giudiziaria, uno per l’Ansa, l’altro per Repubblica; Giulio Di Feo, firma della Gazzetta dello Sport; Gianni Trovati e Luca Davi, nella redazione del Sole 24 Ore; Lucia Capuzzi, redattore di esteri e inviata in America latina per il quotidiano Avvenire. Nel gruppo degli ex c’è anche un direttore di giornale, Elena Parasiliti, che dirige il mensile Terre di Mezzo, una testata che si occupa di migrazione e integrazione.
C’è chi ha scoperto nuove tecniche del giornalismo e ne ha fatto un atout professionale: Denis Rizzoli (Wired) e Lorenzo Bagnoli (IRPI) si sono dedicati al data journalism e con questo strumento sviluppano inchieste che sono state pubblicate anche all’estero. A questo proposito, non manca qualcun altro che ha scelto proprio l’estero come il suo luogo di vita successo, e ulteriore formazione: Beatrice Bedeschi, oggi lavora e vive a Londra per Platts; Paolo Massa in Australia; Ornella Sinigaglia, già tutor video del master, è oggi montatore per documentari pluripremiati dell’industria dei media canadese a Vancouver.
Per chi poi pensasse che non è sostenibile esercitare questo lavoro da battitori liberi, da freelance, tra l’Italia e il mondo, molti ex allievi del master hanno dimostrato il contrario: Antonio Talia, biennio 2004-2005, dopo anni come redattore dell’agenzia Agi in Cina, ha scelto la vita da freelance ed è uno degli editori della casa editrice Informant, che produce inchieste in forma di e-book. O come Laura Silvia Battaglia (biennio 2005-2006) che alterna l’attività di insegnamento nella scuola di giornalismo di cui è stata allieva, con corrispondenze di guerra per media inglesi, turchi, svizzeri e libanesi da Paesi del Medio Oriente come Iraq e Yemen.