Dal management al diritto, dalla finanza alla statistica, dalle Humanities alla salute passando per i beni culturali e lo spettacolo. Sono le aree di competenza su cui si fonda Economia, l’ultima facoltà – the last but not least – a salire sul palco digitale dell’Open Week, che con sabato 30 maggio cala il sipario. «Come università e facoltà di economia abbiamo un dovere e una responsabilità: perché una nazione ben educata è una nazione che innova», ha esordito il preside Domenico Bodega dando il via alla presentazione, moderata dalla giornalista Giuliana Grimaldi.
Un obiettivo in linea con quanto espresso nelle Considerazioni finali del governatore della Banca d’Italia Vincenzo Visco pronunciate il 29 maggio e richiamate dal professor Bodega: “Ci sono investimenti dai quali non possiamo prescindere in particolare quelli rivolti all’innovazione nelle attività produttive e al miglioramento dell’ambiente, investimenti che vanno sempre più tra loro integrati. E va ribadita, se possibile oggi ancora di più, l’importanza di quelli volti ad accrescere i livelli di cultura e di conoscenza, dalla scuola all’università così come nella ricerca”.
E creare cultura è proprio la missione della facoltà di Economia. «Abbiamo la responsabilità di costruire il futuro e vogliamo che i nostri studenti siano parte di questa costruzione, vogliamo portarli nel cuore della realtà», ha notato il preside. «E allora essere parte della facoltà di Economia della Cattolica vuol dire essere parte di un ambiente colto, intelligente, animato di entusiasmo, parola che significa serietà, impegno, dedizione al conseguimento di un obiettivo, lavoro scrupoloso negli studi e nelle ricerche».
Sei i corsi di laurea triennale della facoltà: Economia e gestione aziendale, il bachelor in lingua inglese in Economics e Management; Economia e legislazione d’impresa, quello in beni culturali e dello spettacolo interfacoltà con Lettere e filosofia, Economia delle imprese e dei mercati, Economia e gestione dei servizi in collaborazione con la facoltà di Medicina e Chirurgia, campus di Roma. Senza dimenticare il percorso tardo-pomeridiano, nei suoi due profili manageriale (formula blended) e professionale, rivolto agli studenti lavoratori.
«I nostri corsi s’interessano dell’evoluzione delle nostre imprese, che necessitano di competenze manageriali molto solide – ha spiegato il professor Bodega –. Ma si occupano anche di sostegno alla creatività imprenditoriale, di internazionalizzazione, delle aziende multinazionali, delle tecnologie e delle loro applicazioni, dei servizi professionali d’alto valore aggiunto, di valorizzazione del patrimonio culturale, di risposta ai bisogni della salute e del benessere».
Tra gli elementi qualificanti la proposta formativa di Economia ci sono la centralità della persona e l’attenzione al tempo che lo studente mette a disposizione dello studio e anche alla partecipazione delle attività didattiche. L’altro aspetto distintivo è il fatto che i primi due anni della triennale di studio sono quelli dove si costruiscono le basi della conoscenza all’interno di cinque aree di competenza. Si tratta, ha detto il preside, «dell’area gestionale, che riguarda le decisioni delle imprese, degli enti, delle organizzazioni; dell’area economica, relativa alle decisioni di medio e lungo periodo con riguardo alle scelte a livello nazionale e internazionale; dell’area quantitativa, dell’area giuridica dell’area che chiamiamo Humanities. Tutte competenze che permettono di distinguere, di capire qual è la rilevanza dei problemi per poter essere in grado poi di affrontarli».
Cultura che vuol dire anche crescita personale attraverso il fattore relazionale. L’aspetto prioritario, ha chiarito il professor Bodega, è «costruire e sviluppare, far crescere e formare una comunità di studenti e di docenti il cui valore è la relazione, il patrimonio relazionale, le competenze che questa comunità è in grado di esprimere».
Relazione è stata la parola più evocata nelle testimonianze che hanno accompagnato la presentazione di Economia. Sia di quelle dei professionisti Giulia Gismano, Senior Business Due Diligence Officer at Bank Abc, e Gianluca Lattuada, co-founder di Gooders, sia degli studenti Maria Minelli, del campus di Milano, e Mario Masiello, della sede romana. Relazioni nate in aula e continuate anche dopo. Come per Giulia Gismano che, pur lavorando a Londra, è sempre in contatto con la sua università tramite la community di Alumni Cattolica. O per Gianluca Lattuada che, per avviare la sua recente piattaforma destinata a strutture in difficoltà nel periodo di emergenza sanitaria, ha chiesto consulenza a una docente conosciuta nei chiostri di largo Gemelli.
Interazione tra studenti e docenti che non verrà meno neppure in questa fase di distanziamento sociale. «Per noi la tecnologia non è alternativa alla didattica in presenza: l’aspetto relazionale con tutti gli studenti deve essere la priorità e lo manterremo vivo con modalità multicanale, creando cioè uno smart learning, un processo di apprendimento che utilizza tante cose diverse, sicuramente la presenza nei nostri luoghi, ma anche i webinar, i feedback live, verifiche periodiche in itinere, progetti, assessment, test di autovalutazione», ha specificato il preside Bodega ricordando gli approfondimenti sulla facoltà in programma il 9 e il 10 giugno con i coordinatori dei singoli corsi di laurea triennale.
Come da copione la dodicesima giornata dell’Open Week - che ha raggiunto 100.030 persone, ottenuto 3.601 interazioni e registrato 14.830 visualizzazioni - è andata avanti con le aule virtuali dedicate a come iscriversi, su quanto costa studiare in Cattolica, agli incontri “a tu per tu” con i tutor di facoltà e ai servizi di Ateneo. Chiusura in grande con l’ultimo evento serale con protagonista la musica. Un’occasione preziosa per conoscere da vicino lo Studium Musicale della Cattolica attraverso le parole, con gli interventi del direttore Enrico Reggiani, docente di Letteratura inglese, e del coordinatore Martino Tosi, attraverso le esecuzioni live di alcuni studenti che ne fanno parte.