Educazione e formazione sono i doni più grandi che un adulto può trasmettere a un ragazzo. La pandemia ha reso questa trasmissione una sfida ancora più decisiva per modellare i cittadini di domani: la facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica ha già raccolto la sfida e il suo preside, il prof. Domenico Simeone lo ha raccontato oggi durante la presentazione dei corsi di laurea triennale e a ciclo unico.
Il dialogo online con Viviana Astazi, studentessa della Scuola di Giornalismo Unicatt, e con i partecipanti ha toccato temi come la didattica a distanza, gli sbocchi professionali, il test di ingresso e tanti altri aspetti tecnici legati all’immatricolazione o ai tirocini. «In questi mesi abbiamo sperimentato la differenza tra una trasmissione conoscitiva del sapere e una relazione educativa che metta al centro la persona – ha affermato Simeone-. La differenza non riguarda le dimensioni delle aule o il formato dei banchi ma la capacità di conoscere la storia dell’altro e prendere a cuore il suo destino».
Distribuita sui campus di Milano, Brescia e Piacenza, Scienze della Formazione non è dedicata solo agli insegnanti di scuole per l’infanzia e primarie: tra triennali, a ciclo unico e magistrali ci sono ben 12 corsi di laurea tra cui scegliere: «Formiamo educatori che lavorano nei servizi alla persona, nelle carceri, in strutture sanitarie. Ma anche formatori per aziende, personale per palestre e attività sportive, pedagogisti. Alcuni percorsi sono in interfacoltà con Medicina, altri con Lettere e Filosofia» conferma Simeone.
Tanti i ragazzi di scuole superiori collegati, con molte domande sul test di ingresso e sui posti a disposizione: «Non garantisco per il futuro – ha risposto a loro Simeone- ma guardando i trend il Ministero dell’Istruzione solitamente ci garantisce 450 posti, suddivisi su Milano e Brescia». Tanto spazio anche per le domande sui tirocini, un punto centrale di tutto il percorso di studi: «Nel nostro campo è la prassi che alimenta la teoria e questo approccio lo coniughiamo in tutti i nostri corsi- ha spiegato il preside-. I tirocini e le attività laboratoriali sono obbligatori. I nostri studenti vengono divisi in gruppi di circa 25, seguiti da un tutor. Prima di un percorso in enti come scuole o aziende viene fatta una preparazione specifica in università. Per noi i tirocini non sono solamente incontri tra enti e studenti perché non basta solo fare esperienza. Per essere formativa essa deve consentire un processo riflessivo che si arricchisce nel confronto con questi gruppi».
L’investimento dell’ateneo in termini umani ed economici su laboratori e tirocini è stato ingente e molti studenti, prendendo sul serio l’occasione, hanno ricevuto offerte di contratto già prima di terminare il percorso di studi: «Il nostro è un percorso aperto anche a chi già lavora. Ma anche per loro laboratori e tirocini sono obbligatori, proprio per il ragionamento appena fatto – ha spiegato Simeone-. Alla fine chiediamo una relazione scritta e facciamo sostenere un esame finale che non dà voto ma permette di capire come è stato seguito il tirocinio. È una peculiarità della nostra facoltà».
Una delle marce in più del percorso di studi, ma non l’unico: «Il vero valore aggiunto è contenuto anche nel nome dell’università. Cattolico vuol dire universale: rafforza l’idea di un sapere aperto che rimanda a valori precisi. Proprio partendo da essi per noi mettere al centro lo studente significa formare non solo eccellenti professionisti ma soprattutto persone generose, responsabili e disposte a giocare le loro risorse per migliorare la società del domani».
Verso il domani, ma con un radicamento nell’immenso patrimonio culturale umanistico del nostro paese, è rivolta anche la facoltà di Lettere e Filosofia. Per il preside Angelo Bianchi è il senso della tradizione il carattere tipico di questo percorso di studi: «Coltivare, elaborare una conoscenza vastissima e tramandarla a chi verrà dopo di noi. Un percorso che porta alla costruzione di una personalità adulta, matura, in grado di usare gli strumenti di conoscenze accumulate nei secoli».
Questo vuol dire guardare avanti sapendo da dove si arriva e l’offerta formativa della facoltà lo dimostra bene. Oltre a Lettere e Filosofia, i due rami portanti del percorso di studi, ci sono tanti nuovi indirizzi che declinano questo sapere in applicazioni nuove: Linguaggi dei Media e Scienze dei Beni Culturali nel campus di Milano o il corso di laurea di Discipline delle Arti dei Media e dello Spettacolo e il nuovissimo corso, attivo da due anni, in Scienze Turistiche e Valorizzazione del Territorio in quello di Brescia.
Uno degli sbocchi professionali più naturali resta quello dell’insegnamento, la trasmissione di questo grande patrimonio culturale: «Dentro di esso ci sono ciò che l’uomo ha prodotto e pensato in tutta l’esistenza. È un elemento costitutivo della nostra società – ha ricordato il preside-. Chi studia nella nostra facoltà troverà sia professori che hanno sempre coscienza, e la dimostrano con la loro serietà, sia un percorso di studi adeguato alle normative che regolano l’ingresso nel mondo della scuola. Nei nostri piani di studio sono già inseriti tutti i 24 crediti di natura pedagogica, didattica e psicologica propedeutici per l’insegnamento».
Tante domande, raccolte dalla moderatrice Marianna Mancini, studentessa della Scuola di Giornalismo Unicatt, cercavano chiarimenti sugli sbocchi professionali post laurea e Bianchi ha rassicurato: «Oggi il mondo del lavoro è sempre più smaterializzato, legato alla creatività, alla capacità organizzativa e di investimento in risorse di carattere culturale e intellettuale. La nostra facoltà punta sull’acquisizione di queste doti. Gli impieghi possibili sono tantissimi»
Insomma: il fondamento è sempre costruito da letteratura, latino e filosofia e le altre materie umanistiche ma gli studenti della facoltà possono arrivare a fare tantissimi lavori. Basti pensare, come ricordato da Mancini, che tra gli alumni della facoltà ci sono manager come Sergio Marchionne o artisti come Roberto Vecchioni. «La facoltà è un contenitore, all’interno si possono seguire davvero tanti indirizzi ma il filo rosso è la preparazione umanistica ha concluso Bianchi-. Anche i corsi più specializzati come Linguaggi dei Media o DAMS offrono in primis questo. Le tecniche sono fondamentali ma cambiano e per quelle abbiamo tantissimi Master. La formazione umanistica resta».