«Giulio Pastore è stato un vero padre della patria, un antifascista convinto, un uomo libero da ogni condizionamento. Tutta la sua esperienza è l’incarnazione della ricerca pragmatica di libertà e autonomia del sindacato, indispensabile per far giocare agli uomini ed alle donne del mondo del lavoro un ruolo da protagonisti, mai subalterno a nessuno». Con queste parole Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, ha ricordato il fondatore e primo segretario del “sindacato bianco”.
Furlan è intervenuta al convegno promosso in Università Cattolica dalla Cisl Lombardia, dall’Archivio per la Storia del movimento sociale cattolico in Italia “Mario Romani” e dal Dipartimento di Storia dell’economia, della società e di scienze del territorio “Mario Romani” lo scorso 11 novembre sul tema “Lavoro e innovazione sociale: il ruolo del sindacato libero (1969-2019)”. La giornata di studio rappresentava la prima iniziativa organizzata a 50 anni dalla scomparsa di Pastore.
«Era uno straordinario innovatore. Un uomo nato e cresciuto nel nord d’Italia, che diventa poi un grande meridionalista» ha affermato Annamaria Furlan. «Pastore fu tra i primi a dire dopo la guerra che il Paese doveva crescere tutto, che non bastava lo sviluppo industriale ed economico solo di alcune aree geografiche» ha aggiunto. «Era fondamentale soprattutto per Pastore il tema della formazione dei giovani e della conoscenza in un Paese arretrato, essenzialmente agricolo, con un grave divario economico, sociale e culturale. L’istruzione diventa nel suo pensiero il vero strumento per realizzare una vera cittadinanza e per garantire quell’ascensore sociale così importante negli anni del dopoguerra», ha aggiunto la segretaria generale della Cisl, che non ha mancato di fare poi un affondo sull’attualità.
«Oggi stiamo vivendo un momento complicato ma anche scivoloso della vita del Paese, con tanti problemi aperti. Mettere al centro l’elemento del lavoro, della dignità della persona e della crescita è il modo migliore per portare avanti anche la lezione di Giulio Pastore. I valori fondativi della Cisl rimangono immutabili, quelli di una grande organizzazione che, come diceva Pastore, parla sempre al plurale, in forma collettiva non individuale, perché è al servizio degli altri. Noi raccogliamo questa grande eredità ideale e la portiamo avanti ogni giorno» ha concluso Furlan.