Dicono gli studiosi che tra i 20 e i 29 anni si forma la propria identità adulta grazie all’esplorazione delle possibili direzioni di vita. Questo è il passaggio dalla giovinezza all’età adulta.
La transizione all’età adulta, tempo di crescita e di esplorazione delle proprie risorse e del mondo, è una finestra privilegiata tramite cui osservare il meaning-making process, un processo attraverso cui si costruisce il significato della propria vita, la si percepisce cioè coerente, orientata da obiettivi di valore e dotata di senso.
Un’équipe di psicologhe dell’Università Cattolica ha avviato la ricerca “Diventare adulti durante il Covid-19: alla ricerca di un significato” proprio a partire da questo processo per capirne la trama in un momento drammatico come è stato quello del lockdown. «La letteratura sul meaning-making process di solito studia l’impatto di eventi eccezionali nelle vite individuali, in questa situazione, invece, la novità è stata proprio approfondire questo studio nel caso di una crisi collettiva» - ha affermato Semira Tagliabue, professore di Psicometria in Università Cattolica e coordinatrice della ricerca. Fare esperienza di eventi stressanti o traumatici può, infatti, generare nelle persone una ‘crisi di significato’ che attiva il processo di meaning-making.
Il target dello studio (di cui qui a fianco è riportata una descrizione più dettagliata) sono i giovani italiani tra i 18 e i 37 anni - di cui 151 uomini (28,4%) e 380 donne (71,4%), mentre un partecipante ha indicato ‘altro’ nella domanda sul genere, che hanno trascorso la quarantena in Lombardia, sui quali gli effetti della crisi dovuta al Covid-19 possono ripercuotersi in modo drammatico sul futuro.
I partecipanti sono stati reclutati dalle province Lombarde così da rappresentare sia le zone più colpite dal COVID-19 (province zona rossa: Bergamo, Brescia, Cremona, Lodi) per un totale del 57,9% del campione, sia le zone meno colpite (province zona gialla: Milano, Monza-Brianza, Lecco, Sondrio, Como, Varese), rappresentate dal 40,2%.
I 532 giovani adulti che hanno partecipato hanno risposto a un questionario online che indagava tre questioni fondamentali: come i giovani danno significato agli eventi importanti della loro vita? Dare significato agli eventi che ci accadono influisce sul benessere? In che modo il meaning-making process impatta sulla costruzione identitaria?
Alla ricerca hanno collaborato la dottoranda in Psicologia Michela Zambelli, laureata magistrale in Psicologia degli interventi clinici nei contesti sociali, e la tirocinante Martina Milani, laureata magistrale in Psicologia clinica e promozione della salute: persona, relazioni familiari e di comunità.
«Tre sono le fasi dello studio che corrispondono alle tre tappe del Covid-19 - ha spiegato Michela Zambelli - ossia la prima equivale al passaggio dal lockdown alla prima riapertura, la seconda rappresenta il monitoraggio a sei mesi dall’inizio del lock-down, e la terza sarà in corrispondenza dell’anniversario della diffusione della pandemia.
Nella prima fase i partecipanti sono stati suddivisi casualmente in due gruppi, uno giornaliero (che ha compilato un questionario online per due settimane consecutive) e uno “di controllo” (che non l’ha compilato); entrambi i gruppi hanno inoltre compilato un questionario all’inizio e al termine della prima fase».
«Il progetto, che ha un sito in costante aggiornamento, ha aperto anche un profilo Instagram - ha raccontato Martina Milani - dove fin dall’inizio sono state postate storie particolari di giovani di tutta Italia per dare voce sia al loro vissuto durante il lockdown sia alle idee che si sono tramutate in gesti di solidarietà con positività e entusiasmo».
Nel campione sembra che il traguardo dei 25 anni sia il passaggio chiave che porta a considerarsi finalmente come un “adulto”, un’età in cui sia i maschi sia le femmine hanno una maggiore percezione dell’adultità.
L’ingresso nel mondo del lavoro è un indicatore del transito dalla giovinezza all’età adulta, in quanto comporta l’assunzione di un ruolo nel mondo, di maggiori responsabilità e un passo in avanti verso l’indipendenza economica.
I primi risultati mostrano che percepire la presenza di significato nella vita è legato anche al considerarsi maggiormente come un adulto. Inoltre, avere affrontato alcune delle transizioni chiave dell’età adulta come l’uscita di casa e l’avvio di una relazione stabile, comporta un aumento significativo nella percezione di significato nella propria vita.
I giovani capaci di dare un senso alla pandemia sono anche coloro i quali pensano di aver ricavato maggiori benefici da questa situazione. Nel passaggio tra il lockdown e la Fase 2, il benessere, il significato della vita e la ricerca di significato diminuiscono; tuttavia i giovani percepiscono di avere una maggiore forza personale (capacità di cavarsela nelle difficoltà, maggiore fiducia in sé stessi), oltre a sentirsi meno costretti a fare troppe cose, meno delusi dalle proprie prestazioni e più capaci di migliorare la vita alle persone.
L’equipe di ricerca sta continuando ad analizzare i dati raccolti nella prima fase. Dalla fine di giugno, inoltre, saranno pubblicati i risultati relativi al benessere psicologico dei giovani sui canali della ricerca, il sito e la pagina Instagram @giovani.e.covid.