Dal diritto penale allo studio legale tributario internazionale. L’ingresso nel mondo del lavoro di Eleonora Curti ha segnato una discontinuità rispetto alla specializzazione del percorso di studi ma non rispetto all’approfondimento degli studi giuridici che ha condotto in Università Cattolica. D’altra parte si è laureata con lode in Giurisprudenza a ottobre 2018 con una tesi in Diritto penale sotto la guida del professor Luciano Eusebi. Dopo una breve permanenza a Dublino per perfezionare lo studio della lingua inglese, e dopo vari colloqui di assunzione, nel marzo 2019 ha iniziato la pratica legale presso Dla Piper, studio legale tributario associato, dove opera al dipartimento di Finance & Projects che si occupa dal punto di vista legale dei finanziamenti a grandi società da parte delle banche.
Di fatto un cambio di prospettiva rispetto alla tesi per dedicarsi «a un contesto in cui mi trovo molto bene, che mi consente di conoscere tante persone con diversi profili e ambiti professionali siano essi clienti o istituti di credito. È un ambiente molto giovane ed eterogeneo in cui mi trovo a mio agio anche dal punto di vista umano».
Come sei entrata da praticante in uno studio così importante e di prestigio internazionale? «La laurea conseguita in Cattolica, con l’eccellente votazione finale, unita alla conoscenza della lingua inglese, hanno consentito alla mia candidatura di essere ben valutata. Aver frequentato i corsi di Giurisprudenza dell’Ateneo, dove – sotto la guida di validi maestri del diritto – mi ha fatto maturare un forte senso di responsabilità e l’organizzazione meticolosa del tempo, dovuta ai corsi annuali per cui bisogna gestire le proprie forze e capacità. L’Università mi ha chiesto tanto ma mi ha dato anche tanto».
Che rapporto c’è tra le competenze acquisite sui banchi dell'Università con lo svolgimento delle attività di studio legale? «Innanzitutto il titolo conseguito in Cattolica ha rappresentato un bel biglietto da visita per l’ingresso nel mondo del lavoro, perché nei colloqui veniva considerato come un valore aggiunto. Di mio ci ho messo l’approfondimento della lingua inglese, che è molto importante per il mondo del lavoro, e il bagaglio di conoscenza mi ha aiutato durante la pratica legale, che ora sto concludendo, consentendomi di adeguare ritmi e tempi di lavoro, diversi da quelli universitari, dopo una necessaria fase di assestamento. La facoltà di Giurisprudenza mi ha fornito un’ottima formazione giuridica di base, adeguata e ampia, che ho notato essere utile e apprezzata nei colloqui di lavoro».
La frequentazione del contesto universitario, al di là delle lezioni, ha lasciato un ricordo positivo? «Affrontare gli esami mi ha consentito di comprendere meglio le mie inclinazioni e preferenze. Molto mi ha dato il clima umano respirato nelle aule universitarie. Con i compagni di corso è stato sempre proficuo il confronto nello studio. Anche se si dice che Giurisprudenza prediliga uno studio individuale, a me è stato utile il ripasso con i colleghi in vista dell’esame. Inoltre i contatti attuali nel mondo professionale talvolta trovano le basi e sono agevolati dalla conoscenza nata sui banchi dell’Università».
Qualche consiglio da dare a chi sta ancora studiando? «Negli anni del percorso universitario non si deve cercare solo di completare il percorso di studi, ma utilizzare questi anni per capire bene cosa si vuole nella vita e concentrarsi durante il percorso universitario su un obiettivo preciso, guardando non solo alla laurea ma anche a come impostare la propria vita professionale successiva, dato che Giurisprudenza offre tanti sbocchi professionali. Ciò consente non solo di superare gli esami e giungere a conseguire il titolo, ma rende più stimolante l’esperienza universitaria e aiuta nei momenti difficili e di sconforto, che pure ci sono, perché spinge a dare il massimo e a tenere sempre vivo il motivo per cui si frequenta l’Università. Per fare questo è importante seguire le lezioni perché consentono di ascoltare gli esperti che intervengono negli eventi accademici. L’ascolto diretto dei docenti offre una visione della realtà di alto livello e apre la mente. Per me l’ascolto è fondamentale per la conoscenza. Per questo ho sempre seguito le lezioni che mi hanno semplificato lo studio e mi hanno aiutare a capire meglio gli argomenti. Inoltre, venendo da altra regione, la frequenza dell’ambiente universitario mi ha dato la possibilità di coltivare nuove amicizie».
Come vedi il tuo futuro? «Mi trovo bene nel mio ambiente di lavoro, dove intendo rimanere e affinare le mie competenze e capacità».