«Da bambino avevo già le idee chiare: per un lungo periodo ho sognato di diventare chimico, poi ho scoperto la passione per la cucina e sognavo di diventare chef e oggi – sebbene sia un giurista – quasi quotidianamente mi occupo sia di composti alimentari e processi chimici sia di diritto alimentare. Mi piace pensare che tutti i lavori che ho sognato di fare si riconnettano in un qualche modo con quello che faccio oggi».
Francesco Planchenstainer, sammarinese di nascita e trentino di adozione, dopo una laurea in giurisprudenza e tre anni alla Scuola di dottorato Agrisystem dell’Università Cattolica nella sede di Piacenza, è Senior Regulatory and Food Law Specialist alla Mead Johnson Nutrition, multinazionale statunitense con sede in Indiana, leader nel settore della nutrizione pediatrica.
Francesco non ha dubbi: se ha raggiunto una posizione nel colosso americano, in gran parte lo deve alla Scuola di dottorato Agrisystem, grazie alla quale ha avuto modo di conoscere la sua prima manager che gli permise di frequentare un periodo di stage negli Stati Uniti.
«Credo che il pregio più grande della scuola di Piacenza sia la multidisciplinarità e l’apertura al mondo delle aziende. Diversamente da altre, in Agrisystem è possibile affrontare le sfide del settore alimentare con una visione a 360 gradi che coniuga economia, giurisprudenza e scienze alimentari. Inoltre, Agrisystem ha sviluppato il concetto di dottorato industriale, acconsentendo l’alternanza fra esperienza nella scuola e sul campo, molto prima che le riforme ministeriali lo introducessero in Italia».
Francesco è così riconoscente che, nonostante ormai viva e lavori negli Stati Uniti, continua a collaborare con la sua Scuola di dottorato: si occupa della formazione dei suoi colleghi nell’ambito del diritto alimentare e li coinvolge in diversi progetti educativi, come è successo l’anno scorso con l’Università Cattolica per un corso di formazione nell’ambito dell’Expo.
«Ho un debito di riconoscenza nei confronti della Scuola, non solo per la borsa di studio che ho ricevuto, ma anche per il tempo e la direzione che i docenti mi hanno dedicato. Inoltre, negli anni di dottorato, Agrisystem diventa quasi una famiglia: si vive molto assieme agli altri colleghi di dottorato e c’è chi ha più di una volta fatto gli straordinari per consentirci di dottorarci in tempo».
Francesco oggi ce l’ha fatta e come spesso ripete ai più giovani colleghi «l’unico modo per coronare i propri sogni e raggiungere i propri obiettivi è pensare fuori dagli schemi e assecondare la propria curiosità e le opportunità che la vita offre, non avendo paura delle novità e di mettersi in discussione: quando inizio a trovarmi a mio agio in un lavoro o su un progetto capisco che è tempo di cercare qualcosa di nuovo, capace di darmi nuovi stimoli».
Francesco è sempre stato un cittadino del mondo con la passione per i viaggi e la conoscenza di nuove culture. Prima di lasciare l’Italia definitivamente per gli Stati Uniti aveva già vissuto in tre diversi paesi: a Rotterdam, grazie all’Erasmus, a Bruxelles per il primo stage presso la Commissione Europea e negli Stati Uniti, per il secondo tirocinio.
«Oggi mi piace pensare che ogni Paese in cui ho vissuto mi ha lasciato un’impronta che si aggiunge alla tradizione italiana: amo le aringhe olandesi, adoro le birre belghe e vivo di caffè americano».