La storia di un’amicizia lunga anni - dalle scuole elementari al periodo post-universitario segnato dai primi passi nel mondo del lavoro - le differenze caratteriali, gli attriti, gli amori, lo spalleggiarsi a vicenda nonostante scelte di vita diverse e approcci agli eventi diametralmente opposti.
È una vicenda immaginaria, eppure intrisa di vita concreta, quella che si svolge tra le pagine de “L’amico giusto” (Mursia editore, 2019 – 264 pagine), romanzo d’esordio di Marco Cesari, laureato al Dams dell’Università Cattolica – sede di Brescia - , che è valso al suo autore il primo gradino del podio del contest letterario “Premio RTL 102.5-Mursia Romanzo Italiano”, promosso dalla nota emittente radiofonica italiana in collaborazione con l’editore.
Marco, quale storia è narrata nel tuo primo libro? «Si tratta di un romanzo di formazione e il perno della trama è l’amicizia tra Luca e Mattia, due ragazzi che s'incontrano un pomeriggio al lago e il cui legame attraverserà diverse fasi della loro vita e della loro crescita umana e professionale, nonostante le lampanti diversità caratteriali. Uno è scaltro e di successo, proviene da una famiglia che gli ha impartito un’educazione libera e non restrittiva, mentre l’altro, timido e insicuro, è cresciuto in un contesto familiare iperprotettivo che lo pone a scegliere non solo in base alle proprie inclinazioni ma anche sulla base di ciò che gli altri si aspettano da lui. Nella loro diversità ognuno dei protagonisti impara dall’altro, mentre la vicenda si dipana a partire dalle elementari sino alla fase dell’età adulta. Nel mezzo: gli anni del liceo, le prime vacanze da soli, l'amore per la stessa ragazza, sino all’epilogo: prenderanno strade diverse, ma senza spezzare il loro legame».
In che tempo è ambientato il romanzo? «Negli anni Ottanta, niente cellullari, niente social, né messaggi vocali. Volevo un’amicizia “vecchio stampo”, di quelle che quando volevi contattare qualcuno dovevi per forza prendere in mano la cornetta del telefono».
Da dove nasce l’idea e come si è svolta la partecipazione al concorso? «I miei primi passi nel mondo della scrittura li ho mossi grazie al genere del racconto e, proprio grazie ad alcuni di questi, ho partecipato a concorsi piccoli-medi dai cui però ho tratto alcune soddisfazioni e riconoscimenti. Da lì, semplicemente, ho tentato di mettermi alla prova con qualcosa di più impegnativo, e il risultato è quello che oggi potete leggere».
Come hai fatto a partecipare? «Per quanto concerne la terza edizione del concorso promosso in tandem da Mursia ed RTL, era prevista la partecipazione esclusiva di manoscritti/file inediti, ho inviato il mio e successivamente ho ricevuto aggiornamenti in cui mi veniva comunicato che il mio lavoro aveva superato la selezione da parte di ben tre giurie: la prima, composta dai membri della casa editrice, ha eseguito la scrematura maggiore selezionando 10 manoscritti dalla totalità di quelli pervenuti; la seconda, effettuata dal team di RTL 102.5, ha ridotto la “rosa” in gara a soli 3 romanzi; mentre il verdetto finale è stato decretato dalla giuria popolare composta dai radioascoltatori. In palio, per il vincitore, un contratto di edizione e la pubblicazione del proprio lavoro».
Se da una parte l’isolamento sociale ha incentivato le persone a leggere, dall’altra il periodo di lockdown non ha giocato a favore di tour promozionali e presentazioni con l’autore… «Decisamente no, infatti dopo una prima tornata di presentazioni in varie librerie tra Brescia e Milano abbiamo dovuto sospendere questo genere di attività e rimandare le date che erano state fissate nelle scorse settimane. Speriamo di riuscire a riprendere, anche in vista della quarta edizione del concorso che dovrebbe concludersi verso la metà di giugno e in occasione della quale sono invitati a intervenire anche i vincitori delle edizioni precedenti».
Ma sei riuscito a far conoscere comunque il romanzo... «Un aspetto che mi ha colpito molto in questi mesi è stato il grande affetto delle persone: sconosciuti che da tutta Italia mi hanno contattato tramite i social per mandarmi le loro foto col mio libro, che tenevano a farmi sapere che l’avevano letto e cosa era piaciuto loro. La radio è un mezzo di comunicazione potentissimo e quella tipologia di pubblico è forse maggiormente abituata a interagire e a essere coinvolta attivamente».
Hai in cantiere qualche altro progetto letterario? «Sono tornato alla forma del racconto e attualmente sto ultimando una raccolta a tema horror, singole storie che in realtà si intersecano tra loro. Forse da un punto di vista commerciale e di fidelizzazione dei lettori sarebbe stato più logico imbastire un altro romanzo… ma a me piace spaziare, e la mia regola è che quando scrivo qualcosa che poi leggeranno gli altri, io per primo non mi devo annoiare».
Professione scrittore: è un futuro che reputi plausibile? «Vivere di scrittura è il sogno di molti che si approcciano al mestiere, ma non è una cosa che si sceglie da soli, molto dipende dalla risposta del pubblico. Per ora mi dedico al blog https://pensieroprofondo42.com/ che ho fondato nel 2014 per parlare di libri e cinema. Il resto si vedrà col tempo».