Maria Chiara Malaguti, ordinario di diritto internazionale presso l’Università Cattolica nelle sedi di Roma e di Milano, è stata nominata presidente di Unidroit dal Ministro Luigi Di Maio. Prima donna a ricoprire quell’incarico, prenderà il posto che ha occupato per due mandati il professor Alberto Mazzoni, ordinario di diritto commerciale anch’egli presso il nostro Ateneo, prematuramente scomparso l’anno scorso.
«Spero di saper portare avanti le tantissime idee che Alberto aveva, che peraltro avevano radici nella sua grandissima conoscenza della storia di Unidroit e quindi delle scelte che avevano fatto i suoi predecessori - ha dichiarato la professoressa -. Io cercherò di inserirmi nel solco, registrando il cambio dei tempi ma più che potrò restando fedele alla tradizione. Il compito è difficile, perché Unidroit ha sempre avuto un livello elevatissimo dal punto di vista della conoscenza giuridica e della raffinatezza delle analisi dei suoi membri. Ma non sarò certo sola: oltre ad Ignacio Tirado e Anna Veneziano, segretario generale e vice-segretario generale e uno staff super qualificato, ci sono i membri del consiglio e i tanti altri studiosi che partecipano alla formazione sia dell’agenda sia concretamente dei progetti».
Unidroit, organizzazione internazionale per l’uniformazione del diritto privato con sede a Roma, ha infatti visto passare tra le sue mura giuristi tra i più raffinati e profondi, provenienti da tutto il mondo e da tutte le culture giuridiche. Molti giovani giuristi cui interessavano il diritto del commercio internazionale e la comparazione hanno studiato nella sua biblioteca, una delle prime ad avere vaste collezioni di libri in lingua straniera.
Oggi Unidroit si apre sempre di più al rapporto tra gli studiosi e gli operatori del mercato ed è attenta ai temi di maggiore attualità, come l’Intelligenza artificiale, cercando di interpretarli entro le categorie più ampie del diritto.
«Abbiamo già in programma lavori sull’intelligenza artificiale, soprattutto gli smart contracts ed i digital assets, poiché l’innovazione tecnologica influenza molto il diritto» ha precisato la docente. «Trovo però molto interessanti i progetti sul contract farming, che servono anche tanto ai Paesi in via di sviluppo, e tutti quelli sugli strumenti di finanziamento, che servono all’accesso al credito soprattutto per le piccole e medie imprese. Vedo tante ricadute pratiche in questi strumenti, soprattutto per gli investimenti».
La professoressa Malaguti, da sempre coinvolta nei negoziati multilaterali di uniformazione per l’Italia, è anche chair di uno dei gruppi di lavoro dell’organizzazione sorella Uncitral ed è riconosciuta arbitro internazionale soprattutto per il diritto degli investimenti stranieri. Ha difeso l’Italia in tutti i procedimenti finora aperti in tale ambito.