di Beatrice Broglio e Emiliano Dal Toso
Preservare, fruire, valorizzare. Lo straordinario archivio audiovisivo Rai custodito dalle Teche sarà a disposizione dell’Università Cattolica, diventando così una fonte primaria di conoscenza della storia del nostro Paese. L’accordo tra l’ateneo e Rai Teche è stato siglato questa mattina, in occasione della presentazione della convenzione. Oltre 70 milioni di documenti indicizzati, da programmi televisivi a fotografie e sceneggiature, potranno essere consultati da docenti e studenti dell'Università Cattolica. Un momento di innovazione necessario per restituire all’Italia quello che le Teche hanno documentato in quasi cent’anni. Più di 2milioni di ore radio e tv, 40mila foto 10mila spot e migliaia di manifesti pubblicitari. Senza contare tutta la documentazione aziendale e riviste storiche come L’Approdo e RadiocorriereTv.
«Si tratta di un giacimento culturale infinito: è un archivio che sintetizza il modo di essere e i sentimenti che hanno caratterizzato il percorso storico degli italiani. Si va da vicende geopolitiche e cultura alta, per arrivare alla cronaca e al pettegolezzo», afferma il rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli. Maria Pia Ammirati, direttore di Rai Teche, evidenzia il peso e il valore dei contenuti dell’archivio: «È un patrimonio di documenti, costumi e linguaggi Rai all’altezza dei più importanti archivi mondiali. Chi vuole approfondire e studiare la nostra storia non può prescindere dall’utilizzo di uno strumento come il nostro».
La conservazione è un’appendice necessaria del servizio pubblico. «I prodotti televisivi hanno un valore storico, perché eterizzano l’effimero, il momento. La Tv archiviata nelle Teche è un passaggio al futuro e consegna alle generazioni che verranno la staffetta che rappresenta la storia dell’umanità», commenta Marianna Sala, presidente Corecom Lombardia.
Per Aldo Grasso, docente di Storia e critica della televisione all’Università Cattolica, «si realizza un sogno antico. Il sogno di potere accedere alle Teche. Si parla spesso di funzione pubblica della storia, ma come si potrebbe raggiungere questo obiettivo senza le Teche? Mancherebbero la capillarità e l’approfondimento. E la digitalizzazione è il nucleo forte affinché il servizio pubblico possa essere considerato tale».
Le Teche, consultabili presso apposite postazioni nella biblioteca d’ateneo, saranno strumento utile per valorizzare i rami della ricerca e della formazione. «L’obiettivo è dare vita a un sistema basato su fonti diversificate. Ogni professore avrà a disposizione un vasto campionario di documenti, che diverranno oggetto di studio diretto da parte degli studenti», afferma Mario Gatti, direttore della sede di Milano dell’Università Cattolica.
«Un archivio è come un grande cervello: raccoglie i ricordi. La diversità è tuttavia evidente. Se il cervello rielabora costantemente informazioni e memorie, un archivio non mantenuto in vita rischia l’obsolescenza», conclude Massimo Scaglioni, docente di Storia ed economia dei media all’Università Cattolica, citando il pensiero di Jérome Bourdon, storico e sociologo dei media francesi.