La novità della prima esperienza di seminario internazionale organizzato a distanza da Alumni Cattolica sull’asse Italia-Cina è data dall’ora di svolgimento, alle 12.00 del 29 maggio, rispetto agli altri sette eventi svoltisi nel tardo-pomeriggio. Del resto il collegamento era più agevole a mezzogiorno, ora italiana, visto che i relatori - l’avvocato Hermes Pazzaglini, Salary Partner Nctm Studio Legale, da Shanghai, e Matteo Giovannini, Senior Finance Manager ICBC Leasing, da Pechino - erano collegati direttamente dalla Cina.
«Un momento di confronto importante», ha detto la professoressa Antonella Sciarrone Alibrandi, pro rettore vicario e presidente Alumni Cattolica, introducendo il WebinCatt “Aspetti giuridici e finanziari delle misure antiepidemiche in Cina”, organizzato in collaborazione con il Comitato Alumni UCSC - Far&Middle East. Questo perché ha dato l’opportunità di ascoltare gli alumni residenti là dove il virus è partito e dialogare con chi si è trovato prima di noi ad affrontare quell’emergenza sanitaria che ha toccato il mondo intero con risvolti umani, professionali ed economici di vasta portata.
Innanzitutto i relatori hanno parlato di come hanno vissuto la pandemia in Cina e sono stati concordi nell’evidenziare le misure che prontamente il governo cinese, consapevole della gravità della situazione, ha attuato, con il supporto delle strutture lavorative, per salvaguardare la salute dei dipendenti con ampia fornitura per sé e per i familiari di mascherine, guanti, disinfettanti, tanto che, conoscendo le difficoltà italiane nel reperire tali strumenti nelle prime settimane della pandemia, hanno inviato a familiari ed amici un po’ di tali scorte. Inoltre non si sono mai sentiti soli, avendo ricevuto in quei momenti telefonate e messaggi da parte di quanti erano preoccupati per le loro sorti. Hanno notato però che non è stato dato un termine alle varie precauzioni sanitarie in ufficio: distanza tra scrivanie, riunioni solo su piattaforme, pasto consumato alla scrivania e non in mensa. Tra i lati positivi, quello di aver dedicato il maggior tempo in casa ad imparare i tradizionali giochi da tavolo cinesi, antichi di 2000 anni, e l’aver familiarizzato con colleghi con i quali si parlava solo di lavoro.
Per quanto riguarda la gestione della pandemia in Cina, dal punto di vista normativo, l’avvocato Pazzaglini ha spiegato che tale normativa è stata molto generica, offrendo così ai governi locali la possibilità di adattare in modo diversificato le misure sanitarie ad ogni singola città, declinate in modo ancora più specifico dalle unità minime di governo come i consigli di zona. Anche le direttive civilistiche hanno previsto molta discrezionalità ai giudici, come quella in tema di licenziamenti, o il caso degli affitti la cui riduzione è solo incoraggiata. Insomma, discrezionalità giudiziale e amministrava per cercare di andare avanti in qualche modo, velocizzando peraltro i sistemi per erogare prestiti. Peraltro in campo bancario, dato che il sistema è governativo, sono stati erogati prestiti con interessi quasi nulli.
Matteo Giovannini, operante in un primario istituto bancario, tra i quattro più importanti della Cina, nell’esaminare il quadro dell’economia reale in Cina con i relativi aspetti finanziari, ha dato atto che i tre mesi di inattività hanno inciso negativamente sull’economia. Ma il Governo cinese sta cercando di far ripartire l’economia con politiche di supporto alle piccole e medie imprese, che sono quelle che hanno più sofferto le inattività, grazie a politiche fiscali, tagli alle tasse, posticipo del loro pagamento a data da destinarsi, incentivi per far ripartire i consumi, distribuendo voucher direttamente sul telefonino della gente, ed emettendo bond anti-epidemia, distribuiti dal governo centrale ai governi locali per sostenere il tessuto economico a livello territoriale. Del resto la pandemia ha velocizzato anche in Cina la digitalizzazione dei pagamenti e l’accesso ai servizi finanziari.
Un’esperienza importante quella cinese, ha spiegato il moderatore del dibattito Stefano Devecchi Bellini, consigliere Alumni Cattolica - Associazione L. Necchi, antesignano della costruzione del gruppo Alumni in Cina, che ha collocato questo WebinCatt nell’alveo dei forti legami tra l’Università Cattolica e la Cina, favoriti dall’Istituto Confucio, dalle collaborazioni accademiche con atenei cinesi e dallo scambio di visite istituzionali, che contribuiscono a rafforzare le relazioni con il mondo e la cultura cinese.