di Mattia Pivato *
Le case d’asta svolgono un ruolo centrale nella determinazione dei trend di mercato relativi all’arte e al collezionismo. Quanto il gusto o le preferenze dei collezionisti sono influenzate dalle grandi fiere e rassegne d’arte internazionali? Quali sono i comparti nei quali si registra oggi un maggiore interesse collezionistico da parte del pubblico? Ne abbiamo parlato con Filippo Lotti (nella foto a sinistra), amministratore delegato di Sotheby’s Italia, uno dei relatori del corso di alta formazione dell’Università Cattolica Lavorare nel Mercato dell’Arte. Professioni tradizionali e nuove competenze (si veda a lato).
«I risultati delle aste, in quanto pubblici e pubblicati, rappresentano quasi l'unico indice di misurazione dello stato del mercato dell'arte» afferma Lotti. «Il gusto e le preferenze invece sono determinati da molti elementi, e fra questi le grandi fiere internazionali quali Maastricht, Basilea, Londra, hanno senz'altro un ruolo di spicco. Quanto poi alle categorie che oggi suscitano maggiore interesse da parte del pubblico dei collezionisti, certamente va detto che l'Arte Contemporanea e la Fotografia attraggono una consistente attenzione».
L'innovazione tecnologica e la rivoluzione digitale degli ultimi anni hanno modificato il modo di operare della vostra casa d'aste e/o il pubblico che si rivolge a voi? «I nuovi strumenti tecnologici hanno contribuito in misura sostanziale a semplificare l'accesso e la partecipazione alle aste da parte di un pubblico sempre più internazionale e sempre più selettivo negli acquisti. Il profilo del collezionista è rimasto invece piuttosto tradizionale, a prescindere dalla nazionalità».
Le professioni del mondo dell’arte attirano sempre più spesso i giovani: per un neolaureato che intenda entrare a lavorare in questo comparto, quali sono le competenze che il mercato richiede maggiormente e i percorsi formativi più indicati? «La caratteristica principale della nostra attività, nella quale maggiormente si sostanzia l’operato di una casa d’aste, è senz'altro data dal lavoro svolto dai dipartimenti e dagli specialisti nelle varie categorie collezionistiche; un requisito necessario per operare in questo ambito è senz’altro una solida base storico-artistica. Essenziale è poi l'esperienza diretta maturata sul campo, che si acquisisce con percorsi formativi e lavorativi svolti presso case d'Aste o, ove possibile, anche presso galleristi e mercanti».
Quanto le vicende politico-economiche internazionali possono influenzare le dinamiche del mercato dell'arte? Con particolare riguardo alla vicenda Brexit, pensa che potrà produrre ricadute sul comparto artistico europeo? «Il mercato dell'arte segue regole commerciali di domanda e di offerta e, in questo senso, risente direttamente e anche indirettamente delle situazioni macro-economiche e politiche. Difficile dire che conseguenze potrà avere Brexit, finché il Regno Unito non definirà le condizioni di uscita più o meno parziale dall'Unione Europea. Per ora Londra mantiene il suo ruolo di luogo principale in Europa per le aste, le fiere e l'attività dei mercanti, sia per secolare tradizione che a motivo degli evidenti vantaggi fiscali per chi vi opera. Se questo ultimo elemento venisse ridimensionato, non si può escludere che un altro Paese e/o un'altra città possano prendere il suo posto».
* coordinatore didattico del corso Lavorare nel Mercato dell’arte. Professioni tradizionali e nuove competenze