Rondini, rane giganti e molto altro. Un’invasione pacifica e colorata di 36 opere d’arte interesserà Lecco dal 7 settembre al 27 ottobre. SI tratta delle installazioni raffiguranti animali, realizzate dal collettivo Cracking Art, che saranno collocate in alcuni punti caratteristici della città, coinvolgendo lo spettatore in una favola contemporanea che invita a riflettere su tematiche universali come la rigenerazione, la natura e il paesaggio.
L’evento Cracking Art Landing in Lecco nasce grazie all’iniziativa di tre giovanissimi studenti del corso di Economia e gestione dei beni culturali e dello spettacolo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sotto la supervisione della professoressa Marta Massi. Federica Negri, Laura Gandola e Davide De Marchi hanno partecipato e vinto il business game proposto da Cracking Art a cui erano stati invitati a partecipare gli studenti del corso, nel quale si invitava a proporre e pianificare un’installazione del collettivo. Durante lo stage presso la sede del collettivo artistico hanno poi messo in pratica quanto ideato, fino a raggiungere l’obiettivo che si erano proposti, ovvero l’installazione nella città di Lecco.
«Ciascuno di noi ha un legame con Lecco» afferma Federica Negri. «Io vivo in città da sempre, Laura, pur risiedendo fuori Provincia, ci ha sempre studiato, mentre Davide la vive in qualità di affezionato turista. Abbiamo pensato di realizzare l’installazione artistica a Lecco perché riconosciamo al territorio un enorme potenziale inespresso dato dalla sua rilevanza storica, culturale e paesaggistica. Il nostro intervento, in collaborazione con il Comune di Lecco e Cracking Art, vuole dare avvio a un processo di “rigenerazione” di quel ramo del lago di Como che volge a Mezzogiorno reso celebre dal Manzoni».
Il collettivo artistico Cracking Art, attivo dal 1993, si distingue per le sue grandi installazioni popolate da animali interamente prodotti con plastica rigenerata. Da qui la loro poetica evocata nell’uso del termine cracking inteso come rottura, separazione tra il naturale e l’artificiale e passaggio, per certi versi drammatico, dall’organico al sintetico, che assume in questo caso una connotazione positiva nella scelta dei materiali riciclati e riciclabili a testimonianza dell’impegno sociale e ambientale di questo movimento artistico. Nel suo curriculum può vantare più di 400 installazione realizzate in Italia e nel mondo: dalla Biennale di Venezia al Museo di Indianapolis, passando per le strade e le piazze di Sydney, Bangkok, New York, Shanghai e, recentemente, San Pietroburgo e Phoenix.