Santi raffigurati su murales, una Street Art ispirata dall’arte medioevale e dal Rinascimento e che reinterpreta in chiave contemporanea simboli della tradizione religiosa. Ecco la particolarità di Basik, nome d’arte di Lucio Bolognesi, per cui l’artista è stato incaricato di disegnare le nuove icone delle facoltà dell'Università Cattolica, pubblicate con il nuovo sito in vista delle celebrazioni per il centenario dell’ateneo.

 

Ogni icona cerca di rappresentare il “punto saliente” della sua facoltà. Facciamo l’esempio di Scienze Bancarie: in questo caso l’ispirazione è stata San Matteo, che prima della conversione era un esattore delle tasse e che spesso viene raffigurato, su tutti da Caravaggio, chino su un libro contabile mentre viene chiamato da Cristo. Ecco spiegata la penna da cui nasce un ramo che genera frutto, nuovo simbolo e augurio per questo corso di studi.

 

«La tradizione cattolica dell’Ateneo è stato un punto di ispirazione per me – racconta Bolognesi - perché molti dei miei lavori prendono spunto dall’arte medievale e rinascimentale e questo implica un’influenza estetica dalla pittura religiosa. La produzione artistica che va dal Trecento al Settecento mi ha sempre colpito, reinterpretare quegli stili e quel periodo è un modo per confrontarmi con grandi maestri e anche per rendergli omaggio».

 

Il filo rosso che lega tutte le icone di facoltà è la presenza di una mano, un tratto tipico dell’opera di Basik: «È il risultato di un discorso nato tanti anni fa sul valore del gesto come simbolo. La mia attività prende spunto sia dal valore della simbologia manuale nella pittura religiosa, non solamente cristiana, sia dall’importanza che le mani e la loro gestualità hanno per la cultura italiana. Cerco sempre di lavorare esaltando la valenza del gesto per sottolineare anche come essi possano essere percepiti in modo diverso a seconda di dove si va. Ci sono gesti che hanno significato universale e altri il cui senso cambia da cultura a cultura».

 

Bolognesi questo lo sa bene, avendo viaggiato molto nel corso della sua carriera. Si è esibito in tutta Italia e nel mondo: da Longarone a Londra, da Lecce a Berlino, da Ravenna a San Francisco. È attivo dai primi anni 90, quando ha cominciato con i graffiti, per poi sviluppare il suo stile personale passando dallo spray all’utilizzo di tantissimi altri media. Un percorso in cui ha inciso anche la sua lunga esperienza da grapich designer: «Viviamo in un mondo molto interconnesso. Penso sia naturale che ognuno porti in quello che realizza il suo bagaglio di esperienze. Nel lavoro con Università Cattolica non so quanto abbia inciso la mia esperienza da grafico sulla scelta formale. È stato semplicemente il modo più naturale per rendere essenziali i soggetti. Una scelta derivata da un percorso di anni e anni su come astrarre il più possibile una parte del corpo pur restando nell’ambito figurativo».