Percorsi culturali paralleli ma simili che ritornano a distanza di cento anni. E che avvicinano l’associazione Visconti di Modrone al teatro milanese La Scala e la Carmen originale di Georges Bizet diretta nel 1906 dal maestro Toscanini alla nuova versione del maestro Daniel Barenboim. “Prima rata Toscanini”, questo il titolo della mostra curata dai professori Paola Fandella, Paolo Dalla Sega, Enrico Girardi e promossa in collaborazione con il Teatro alla Scala, l'Archivio Visconti di Modrone e la Fondazione Cologni dei Mestieri d'Arte, nell’ambito del progetto Retica. L’esposizione sarà allestita dal 24 novembre al 5 dicembre nella veranda dell’Aula Magna dell’Università Cattolica in occasione dell'inaugurazione della nuova stagione del Teatro alla Scala. Documenti inediti e mai esposti al pubblico provenienti dall'Archivio Visconti di Modrone e pertinenti a due importanti edizioni storiche dell'opera: quella del 1906 diretta dal Maestro Arturo Toscanini e quella del 1913 diretta dal Maestro Tullio Serafin.
A essere esplorata una delle sezioni più ricche e popolari dell’archivio, quella relativa alle vicende scaligere. Lo scopo è quello di raccontare il teatro di allora, fra fine Ottocento e primi due decenni del Novecento, con uno sguardo alla Scala-impresa teatrale di un tempo. La manifestazione analizzerà il funzionamento della macchina imprenditoriale ma anche la rappresentatività del teatro rispetto alla città, per esempio attraverso la pubblicazione dell’elenco dei sottoscrittori che versavano una quota pro-Scala. Uno spaccato di vita quotidiana in cui entra in scena una città viva fatta di nobili, famiglie, borghesia, esercenti, editori di musica, marchi storici, personaggi artistici come Boito e la moglie di Toscanini.
«Ci auguriamo di riprendere la stessa formula anche per altri titoli scaligeri e presto potremmo avere conferma di poter portare questa mostra anche alla Scala - dichiara il professore di Ideazione degli eventi culturali Paolo Dalla Sega -. Vorremmo collocare nel ridotto, all’uscita dei palchi, questi preziosi documenti come una finestra sul mondo del teatro milanese di cento anni fa. Raffigurando Toscanini, il duca Uberto Visconti di Modrone ma presentando anche aspetti amministrativi quali mestieri, cassa, registri, veline, copialettere: una mostra di carta ma con dietro i personaggi coinvolti».
La mostra intende illustrare i meccanismi amministrativi del teatro pubblicando i conti consuntivi che ogni anno chiudevano la stagione, i contratti, lo stipendio del maestro Toscanini e degli altri colleghi orchestrali, le paghe dei cantanti e i carteggi con le trattative per pagare gli artisti. Nella prima esposizione dei documenti, rigorosamente inediti e scritti a mano, sarà presa a riferimento la recita della Carmen del 19 dicembre 1906 e per ogni settore di posti saranno indicati il numero di biglietti venduti e gli incassi della serata. «La serata di allora fruttò circa 12.000 lire - precisa Dalla Sega - e gli storici in tal senso si divertiranno a valutare se in proporzione si guadagnasse di più ora o allora».
Quella della mostra sarà anche un’analisi sociologica dei rapporti tra teatro e città a partire dai documenti degli illustri sottoscrittori, tra cui il re d’Italia, il Boito, la moglie di Toscanini, la famiglia Ricordi. Ma anche dai giornali dell’epoca come dalle lettere tra nobili artisti e romantici impresari-mecenate. «Da testi del genere - conclude il professor Dalla Sega - si può ricostruire una storia della musica preziosa e interessante perché inedita, è ciò che con questa mostra ci auguriamo di fare».