Oltre mille presenze per un convegno che ha esplorato, con il contributo dei massimi esperti nazionali, il tema dell’arte al servizio dell’educazione. Con "Animare l'educazione" il 17 e 18 ottobre scorsi la facoltà di Scienze della formazione dell'Università Cattolica ha saputo dare risposte all’interesse diffuso e all’urgente necessità di una riflessione seria e di un dibattito attivo sui temi dell'educazione, approcciati in modo moderno, con uno sguardo attento anche agli strumenti che possano dare vita concreta all'azione educativa.
Il tutto, come ha sottolineato Franco Floris, direttore della rivista “Animazione sociale” nel suo intervento introduttivo dei lavori della prima giornata, in risposta ai segnali di una nuova e diffusa domanda di animazione, alimentata da nuovi interrogativi sull’oggi e sul futuro. «Una riflessione da compiere – ha detto Floris – partendo da un metodo di lavoro che veda il gruppo come luogo privilegiato dell’azione educativa, come ponte tra io e noi, tra mondo interno e mondo esterno».
Il gruppo quindi come luogo dell’educazione e l’arte come strumento privilegiato per educare. «Un orientamento, quello proposto dal convegno, che non ha presentato teoria e pratica come elementi separati, ma che ha saputo proporre le tecniche all’interno di un contesto che, partendo dalla teoria, ha visto nell’applicazione concreta ed efficace delle tecniche che le danno vita la sua naturale destinazione», spiega Vanna Iori, coordinatrice del corso di laurea triennale in Scienze della formazione e responsabile del gruppo di ricerca Eidos, che ha collaborato nella promozione del convegno. «Dal gioco alla pittura, dalla scrittura al teatro, alla musica, all’arte, al cinema: i veicoli espressivi a cui può ricorrere l’educazione sono molteplici. In questa due giorni - prosegue - abbiamo voluto dimostrarlo, affiancando alle relazioni della mattina i laboratori pomeridiani, una novità che è stata molto apprezzata dal pubblico, tanto che abbiamo purtroppo dovuto chiudere le iscrizioni prima del termine a causa dell’elevatissimo numero di adesioni».
A Vanna Iori è andato il compito di analizzare il cinema come supporto educativo. «Esiste un vasto panorama filmico sulla famiglia, all'interno del quale possiamo individuare molte opere che pongono l'attenzione ai rapporti tra genitori e figli, sia bambini che ragazzi, privilegiando lo sguardo sulla funzione del cinema nell'educazione emotiva», spiega. E proprio il cinema sarà oggetto nella prossima primavera di un progetto formativo sviluppato dalla facoltà di Scienze della formazione destinato alle scuole di Piacenza e di un percorso educativo che proporrà alcune serate destinate ai genitori.
Del resto, come ha ricordato Pierpaolo Triani, docente di Didattica e Pedagogia speciale della Cattolica, nell’aprire i lavori della seconda giornata del convegno, «animare significa "dare l'anima”, vivificare». Il che è ovviamente possibile solamente se si entra in relazione con l'altro, mettendosi in gioco direttamente e facendo riferimento ai sentimenti, nostri alleati nell'educazione. «Tuttavia questo processo non può essere semplicemente frutto della buona volontà e dell'impegno dell'educatore, ma può essere sviluppato solamente attraverso tecniche specifiche».