Si è concluso il ciclo di tre concerti della 39° Stagione artistico-culturale - organizzata dal Coro e Amici della Musica dell’Università Cattolica - dedicati alla musica organistica e corale del “Siglo de Oro”. Il percorso musicale, intitolato Silva ibérica, flores de musica degli eccellentissimi. Maestri delle cattedrali e delle corti spagnole nel XVI e XVII secolo, ha messo in luce il passato musicale illustre della terra iberica in cui, ai margini di una secolare tradizione popolare, si tramandano le varie eredità del mondo mediterraneo e islamico. Il repertorio proposto ha rivelato la modalità severa ma al tempo stesso esuberante della musica spagnola di quei secoli. Durante le esecuzioni si sono potute cogliere le varie transizioni di questa musica piena di ardore e di passione, caratteristiche proprie della tradizione spagnola in cui sentimento religioso e genialità espressiva si confondono. Il coro dell’Università Cattolica, intonando alcuni inni e alcune antifone della particolare monodia gregoriana detta mozarabica per gli influssi arabi che tra il VI e l’VIII secolo l’hanno contraddistinta, e eseguendo pagine polifoniche di Tomas Luis de Victoria, ha tradotto in musica il clima introspettivo proprio del misticismo religioso spagnolo. In particolare quello della Castiglia, attestato dalle forti testimonianze e dagli scritti di Giovanni della Croce e Teresa d’Avila e dalla polifonia di De Victoria. Avila e Siviglia sono le due sedi in cui le forti emozioni spirituali e le passioni umane più commoventi sono state espresse da un ardente misticismo e da un estro virtuosistico quasi sfrenato. L’organista Alessio Corti, interpretando le varie forme organistiche, ha posto l’accento sui ritmi autoctoni e sul virtuosismo della scuola organistica spagnola: Cabezon, Arauxo, Cabanillas. Soprattutto nei tientos (Ricercari) di Antonio de Cabezon, l’organista cieco della corte di Carlo V e di Filippo II, il maestro Corti ha evidenziato la geniale capacità di elaborazione contrappuntistica e l’eleganza nel modo di far muovere le diverse parti in imitazione.
A José Luis Gonzalez Uriol (nella foto), il rinomato interprete e specialista della musica antica spagnola e professore emerito d’organo e clavicembalo alla Scuola Superiore di Musica dell’Università di Saragozza, è stato affidato il concerto commemorativo di Antonio de Cabezon di cui quest’anno ricorre il V centenario della nascita. La grandezza artistica del compositore spagnolo è emersa in tutta la sua profondità grazie alle superbe doti interpretative del celebre maestro di Saragozza. A impreziosire le interpretazioni strumentali hanno contribuito le mirabili sonorità dell’Organo “Oberlinger” dell’ Aula Magna dell’Università Cattolica e il Clavicembalo (copia Vater 1738), assai apprezzati dal professor Uriol, che costituiscono un patrimonio d’arte insolito per una università.