La Seconda Sinfonia, probabilmente, è stata per Gustav Mahler l'opera più importante della sua carriera. Eseguita per la prima volta nel 1895 fu diretta dallo stesso compositore austriaco ottenendo subito un grande successo. Tuttavia la storia di quest'opera suscita ancora oggi curiosità e interrogativi.
A ruota libera. La partitura prevede una delle orchestre più colossali mai utilizzate nella storia della musica, alla quale si aggiunge una banda fuori scena, due soliste di canto e un grande coro. Perché il compositore radunò tali inconsuete risorse sonore? La sinfonia inizia con una monumentale marcia funebre, quale significato ha avuto il tema della morte nell'opera di Mahler? Negli altri movimenti il compositore usa, per la prima volta nella storia del genere sinfonico, un Lied : che significato avrà questa decisione nel resto della sua opera? Quali problemi estetici si trovò ad affrontare prima di arrivare all'idea di finire la partitura con un inno grandioso al tema della Resurrezione?
A questi e a molti altri interrogativi ha risposto una conferenza tenuta dal coordinatore artistico del Teatro alla Scala Gastón Fournier-Facio che lunedi 11 ottobre ha saputo condurre la platea dell'aula magna dell'Università Cattolica di Milano in un “viaggio” nella creatività e nella spiritualità di Mahler, riuscendo a costruire un incontro armonioso tra narrazione e musica che ha regalato momenti di raro incanto.
L'evento, organizzato dal corso di laurea in Economia e Gestione dei Beni culturali della Cattolica in collaborazione con il Teatro alla Scala, gli Amici della Scala e con il contributo del Forum austriaco di cultura ha aperto la serie di incontri che il corso intende continuare ad offrire ai propri studenti, all’Università e a tutti gli interessati per questo nuovo anno accademico.
La sapienza con la quale il dottore Fournier-Facio ha modulato la struttura narrativa nel dipanare il complesso percorso anche esistenziale che Mahler ha intrapreso nella composizione di questa sua seconda sinfonia e la capacità di ritrovare questi stessi sentimenti compositivi nei momenti di ascolto musicale è stata di assoluta efficacia e di naturale “dialogo” con l’incomparabile esecuzione – per i brani presentati – da parte del Maestro Claudio Abbado alla direzione della Lucerne Festival Orchestra (in una registrazione dal vivo del 2003). Come ne è stata testimonianza anche il silenzio magnetico con il quale tutta la conferenza è stata seguita e dal lunghissimo applauso riservato da tutti i presenti e che quasi ha voluto significare la non volontà di dover porre fine a quel momento così magico.