Aveva prestato servizio al collegio Marianum negli anni ’90 il missionario padovano ucciso alla periferia di Manaus, nel nord-est del Brasile, lo scorso 19 settembre. Padre Ruggero Ruvoletto aveva 52 anni e dal 2003 era partito per il Brasile, come missionario fidei donum, nella diocesi di Itaguaì a Mangaratiba. L’anno seguente aveva raggiunto il sacerdote padovano don Francesco Biasin, nel frattempo consacrato vescovo nella diocesi di Pesqueira, nord est Brasile, per partecipare a un progetto di presenza missionaria alla periferia di Manaus, voluto dalle diocesi locali. Un luogo di confine tra la città e la foresta dove la criminalità è particolarmente aggressiva e ultimamente si erano verificati vari assalti. Lo stesso don Ruggero aveva recentemente partecipato a una manifestazione per chiedere maggiore sicurezza.
Il missionario, che viveva con un diacono, un prete e una piccola comunità di suore, è stato trovato morto, nella sua parrocchia di Santa Evelina, freddato con un colpo d’arma da fuoco alla nuca. Gli assassini sono stati arrestati, ma le circostanze dell’omicidio non sono ancora state chiarite: la stampa locale ipotizza un ruolo dei narcos, come vendetta per l’impegno del missionario italiano nella lotta allo spaccio di droga.
Don Ruggero Ruvoletto, nato il 23 maggio 1957 a Galta di Vigonovo, provincia di Venezia, diocesi di Padova, era stato ordinato nel 1982, dal vescovo Filippo Franceschi, di cui fu segretario, durante tutto il suo episcopato (1982-1988). Successivamente ha studiato ecclesiologia a Roma. Rientrato in diocesi nell’agosto del 1994 si è occupato per circa un anno di Pastorale sociale e del lavoro come delegato vescovile; quindi è stato nominato Direttore del Centro missionario diocesano dal 1995 al 2003.
Al Marianum padre Ruggero era stato assistente spirituale negli anni 1992-93 fino al 1993-94, nel periodo in cui andava elaborando la sua tesi sulla figura di Giuseppe Lazzati. Così lo ricorda da Los Angeles dove vive e lavora, per alcuni mesi all’anno, una studentessa di allora, Nevina Satta, oggi docente di Istituzioni di regia cinematografica in Cattolica, regista e animatrice di progetti cinematografici con i bambini del Sud del mondo: «La notizia sconvolgente della morte di don Ruggero sta circolando tra noi compagne di collegio degli anni 1991-94. Rimbalza l'incredulità tra e-mail, sms e chat, da una parte all'altra del pianeta. Vorremmo ricordare la esemplare e semplice generosità, la sua infinita bontà e apertura, che ci ha cambiato la vita, e che ha certamente segnato le scelte professionali di molte di noi, orientate al servizio per i più deboli e i dimenticati. Il suo coraggio, discreto, silenzioso, umile, eppure radicale, ci guiderà sempre. È mancato un vero santo del quotidiano, un uomo buono che con il sorriso era portatore di speranza e amore tra i più poveri».
Venerdì 2 ottobre alle ore 19, nella cappella del Sacro Cuore in largo Gemelli a Milano, sarà celebrata una Santa messa in suffragio del missionario scomparso.