di Federica Orientali *
Chi non è cresciuto sognando la California vista in Tv? Tra serie televisive e film sui college americani, diciamo la verità, è come se ci fossimo stati anche noi, anche solo col pensiero, anche solo per un attimo. Ma io, stavolta, ci sono stata davvero. Quando ho visto il bando per il Late con destinazione San Diego, non ho esitato un secondo: perché non sfruttare quest’ottima opportunità per rafforzare il mio inglese, per di più in un posto da sogno? Così mi sono iscritta e, una volta arrivata, le mie aspettative non sono state deluse. Sono state superate.
Mi è bastato un giorno e subito mi sono sentita a mio agio. La San Diego State University (Sdsu), come la maggior parte dei college statunitensi, è molto diversa dalle università italiane. Il primo giorno, durante l’orientation tour, gironzolavo e ammiravo stupefatta l’enorme campus e la molteplicità di servizi a cui avevo accesso, e mi sono detta: «Questi americani ti fanno proprio venire voglia di studiare!». In effetti, il campus è immenso e offre davvero tante agevolazioni ai propri studenti: caffetterie, diverse opzioni per il pranzo (come la cucina messicana, cinese, giapponese, greca e molto altro ancora), minimarket, un’agenzia viaggi, diversi punti dove richiedere qualsiasi informazione, una palestra fornitissima, piscina, biblioteca. Insomma, non manca proprio niente.
L’American Language Institute (Ali), ospita studenti da tutto il mondo: europei, asiatici, arabi, latinoamericani. Forse questo incontro tra culture, forse l’ambiente universitario della Sdsu e forse il caffè americano su ogni banco, rendevano anche le lezioni molto piacevoli. Professori friendly che rendevano il clima altrettanto gradevole e l’incontro di persone da tutto il mondo erano davvero stimolanti. Le lezioni erano ogni ora diverse, da “writing” a “listening”, piuttosto che “Grammar” e “vocabulary”, fino a “conversation class”, in cui potevi davvero affrontare i discorsi più disparati con le persone incontrate, fino a renderti conto che, a volte, due paesi sono separati non solo da migliaia di chilometri, ma anche da culture completamente differenti. Ed è proprio bello per questo, perché da una lezione in classe si scoprono mondi nuovi e affascinanti, che stimolano la tua curiosità e che fanno venire voglia di imparare tante cose nuove.
L’Ali è un mondo che ti fa sentire talmente a casa che è molto difficile lasciarlo. Così come è molto facile sentirsi a casa nelle famiglie ospitanti. Entrare nella quotidianità di una famiglia non è sempre facile, eppure la tranquillità trasmessa dalla California rende tutto facile. Un cartello con il tuo nome in aeroporto e, voilà, sei in un casa mai vista, che sarà la tua casa per più di un mese. Una nucleo famigliare pronto ad accoglierti, con le sue piccole abitudini e usanze. Persone da conoscere, con cui condividere giornate di shopping e serate in chiacchiere. Con loro impari a convivere, impari a chiamarli “famiglia” e vivi con loro le usanze più importanti. Come da migliore tradizione, ho avuto la fortuna di vivere la famosa “festa del ringraziamento”, con il tacchino gigante al centro del tavolo. Nei vari telefilm, c’è sempre la puntata su questo rito. Beh, io l’ho vissuto vedendo davvero cosa significa per gli americani. Ed è stata un’esperienza entusiasmante. Altro motivo per sentirti a casa a migliaia di chilometri dalla tua.
Del resto, come si fa a non sentirsi a casa nel mondo di Beverly Hills? Nel mondo delle spiagge infinite costeggiate da palme? Perché dal vivo è esattamente come in Tv. La California ti trasmette la voglia di indossare infradito e occhiali da sole appena scesa dall’aereo, così come ti trasmette l’entusiasmo di capire il loro stile di vita e le loro abitudini, che sono tanto diverse dalle nostre, quanto facili da acquisire. Gli orari sono diversi, le abitudini sono diverse, eppure è tutto molto semplice. Esci da scuola e inizi a goderti la palestra aperta tutto il giorno, a goderti il clima che ti permette di andare a fare una passeggiata sulla spiaggia, ti godi le persone da conoscere e scoprire lungo il tuo percorso. Alla fine del mese, ti ritrovi a viaggiare con la macchina sulle strade a cinque corsie che sembrano immense, ma che ormai quasi conosci come se fossero sempre state le tue strade. Entrare a lezione con il termos di caffè diventa la cosa più normale del mondo. Ordinare american coffee cookies e da Starbuck’s è l’abitudine del dopo pranzo. Entrare nelle discoteche alle 10 di sera non sembra più strano, anzi, ti inizia pure a piacere. Il caldo del mezzogiorno fa parte di te e la spiaggia nelle vicinanze pure. Alla fine le distanze americane sono semplici, ti viene facile fare mille chilometri in un weekend, perché per loro è normale così.
Eppure, è tutto questo entusiasmo per le piccole cose, dalle luci di Natale ai “crazy College parties”, che ti elettrizza o è davvero tutto così spettacolare? Non saprei. Certo la nostra Toyota Corolla ci ha portato a scoprire posti ovunque, che sembravano lontani, invece erano lì, a soli 300 km da noi. Ci ha portati alla pazzia di Las Vegas, alla visione sconvolgente del Grand Canyon, alla strade tortuose di San Francisco, alle ville di Los Angeles e ai moli enormi di O.C. Tutto questo è la California…and it isn’t only a dream! Sono le persone, i posti, le sensazioni e le emozioni che provi ad aver reso tutto così magico. Per questo, ogni giorno, ringrazio il giorno, in cui ho avuto l’istinto, e un po’ di pazzia, per iscrivermi a quel bando. Così il sogno è diventato realtà.
* 24 anni, di Milano, laureata in Scienze Linguistiche, curriculum in “Esperto linguistico per il management e il turismo”