Più di 100 corsi di primo e secondo livello per l’anno accademico 2019/20 di cui 20 in lingua inglese. 85 corsi solo nelle sedi padane di cui solo a Milano 71, 36 dei quali prevedono uno stage e sono erogati con lezioni serali, o blended, o nel fine settimana per agevolare gli studenti lavoratori. 100 tra enti e aziende che collaborano con finanziamenti per borse di studio e attività didattiche dei master, oltre 250 agevolazioni economiche e 1500 stage attivati lo scorso anno.
Sono i numeri del successo dell’offerta post graduate dell’ateneo presentata all’Open Evening giovedì 24 maggio a 600 persone che hanno gremito il primo chiostro con uno stand per ogni master dove chiedere informazioni sui corsi, le scuole di specializzazione, i dottorati di ricerca e le summer school. Una partecipazione in aumento ad ogni appuntamento annuale con il 50% di studenti e laureati in Cattolica e il 50% di esterni e con circa il 30% di lavoratori.
Oltre i due terzi dei master promossi dal campus milanese hanno uno storico di dieci o più edizioni, garanzia di una qualità ormai riconosciuta e indice di ricchezza in termini di reti e rapporti con aziende e istituzioni sul territorio.
«Il master è un’esperienza universitaria complessa che richiede di studiare in modo diverso. Chi sceglie un percorso di questo tipo ha davanti un’offerta che abbraccia molti ambiti. Il consiglio è quello di lasciarsi orientare e scoprire le proprie attitudini» ha dichiarato Mario Gatti, direttore della sede di Milano, aprendo la tavola rotonda “Investire in formazione per dare valore alla professione. Quando il Master può fare la differenza”.
Una sfida raccolta anche da Ismene Papageorgiu, responsabile Master e corsi specializzanti del campus di Milano dell'ateneo, che parlando dei master evoca «l’importanza del bagaglio di competenze e linguaggi forniti non solo per specializzare la persona, ma come strumenti per affrontare in futuro lavori oggi inaspettati».
Sulla stessa lunghezza d’onda è stata Nicoletta Bernasconi, responsabile Relazioni con Università e Scuola di Intesa Sanpaolo, che ha messo l’accento sulla «learning agility, ossia la capacità di sfruttare le competenze apprese durante il master e di applicarle a mestieri che esisteranno solo in futuro».
Il master può essere anche un’occasione per i professionisti, oltre che per i neolaureati, come ha ricordato Lucia Cecio, responsabile Servizi educativi della Fondazione Accademia Carrara: «Associo l’esperienza del master all’immagine di una finestra: da un lato come un periodo, uno spazio, un intermezzo, anche per chi sta già lavorando, in cui dedicarsi ad un arricchimento professionale e personale, dall’altro come apertura verso l’esterno, verso mondi e interlocutori nuovi e diversi, che possono aiutare a trovare la propria strada».
Fiore all'occhiello dell'ateneo in particolare per quanto riguarda i percorsi post.laurea è l'interdisciplinarietà, carta vincente riconosciuta anche dalle aziende nei loro percorsi di selezione di giovani e di sviluppo di carriera. Infatti un percorso su quattro proposti nasce da due o più facoltà, proprio con l'intento di unire competenze, strumenti, linguaggi di discipline diverse per favorire un saper fare al passo con le esigenze del mercato del lavoro.