Partono da Brescia i tamponi per la verifica dei casi positivi di Coronavirus di tutto il mondo. A produrli è la Copan, la multinazionale bresciana che produce i più innovativi “dispositivi floccati” per il prelievo e la conservazione di campioni microbiologici. Lì lavora Sebastiano De Cesari, laureato in Fisica alla sede di Brescia dell’Università Cattolica e, da prima di lui, Fulvio Berardi, anche lui formato negli stessi laboratori di via Musei.
Da un paio di mesi il lavoro di routine è stato stravolto dall’emergenza del Coronavirus, partito dalla Cina, che ha portato la Copan, con l’ulteriore incremento di richiesta degli ultimi 10 giorni, a produrre circa 10 milioni di tamponi a settimana, lavorando su turni di sette giorni, compresa la sera.
Sebastiano, dopo la laurea in fisica, un dottorato e un post-doc in Bicocca, ha deciso di lasciare la ricerca e di inserirsi nella realtà aziendale bresciana. «Quando mi sono presentato al colloquio ho percepito una leggera “diffidenza” nei confronti di un laureato in fisica, considerato da molti come una persona introversa, poco socievole, con la testa fra i numeri. La necessità di coprire urgentemente una posizione ha fatto sì che fossi inserito nella loro squadra. In realtà, questa iniziale diffidenza è stata immediatamente superata, e in questi primi due anni mi hanno dato la possibilità di crescere molto dal punto di vista professionale, mi hanno valorizzato, ascoltato e hanno dato spazio alle mie idee».
Ma esattamente cosa ci fa un fisico in un’azienda che produce materiale biomedicale? «In Copan mi occupo della sterilizzazione di dispositivi medici, per la diagnostica in vitro e per l’attività di laboratorio, di tutti gli stabilimenti produttivi del gruppo Copan. Questi dispositivi vengono sterilizzati attraverso Ossido di Etilene o tramite irraggiamento (raggi gamma da Cobalto-60 e e-beam).In particolare, ciò che mi dà molta soddisfazione, è seguire le realtà produttive che Copan ha a Shanghai (Cina), a Murrieta (California) e Aguadilla (Porto Rico). È un lavoro molto interessante, dinamico e stimolante, che non mi fa rimpiangere l’attività di ricerca. Anche se molti concetti che ho studiato durante la laurea e approfondito durante gli anni di dottorato non vengono applicati al mio lavoro, ritengo lo studio e l’attività di ricerca contribuiscano a quella forma mentis che ti dà una marcia in più nel mondo aziendale».
Nel frattempo la facoltà di Scienze matematice, fisiche e naturali ha aggiunto un nuovo indirizzo alla laurea magistrale in fisica incentrato su tecnologia e innovazione. «La trovo un’ottima prospettiva quella di integrare la conoscenza in campo fisico, le tecniche sviluppate nel campo della scienza dei dati e dell’intelligenza artificiale. In campo imprenditoriale la figura dell’Innovation manager è sempre più richiesta».
Sebastiano è contento di far parte della comunità Copan, che oggi conta 700 dipendenti, e controlla sei realtà produttive internazionali (Copan Italia, NewLab Engineering, Copan Diagnostics Inc., Copan Wasp, Copan Innovation Shanghai Limited, Copan Industries Inc). I tamponi della Copan sono celebri non solo in ambito medicale. Da tempo sono infatti uno strumento irrinunciabile anche per gli approfondimenti scientifici in ambito forense delle forze dell’ordine di mezzo mondo.