È morto il 16 dicembre Norberto Galli, sacerdote e pedagogista, per tanti anni professore all’Università Cattolica del Sacro Cuore. Era nato a Villabianca di Marano (Mo) il 29 giugno 1926. Docente universitario fuori ruolo dall’anno accademico 1998-1999, in qualità di professore ordinario di Pedagogia generale dell’Università Cattolica ha ricoperto ininterrottamente dal 1976 al 2001 la cattedra a suo tempo lasciata libera dal professor Aldo Agazzi. Pubblichiamo un ricordo del professor Luigi Pati, preside della facoltà di Scienze della formazione, che ne traccia il profilo.
di Luigi Pati
Norberto Galli nel corso della sua lunga carriera accademica ha legato il suo nome a un settore specifico della ricerca pedagogica: quello della pedagogia e dell’educazione familiare. In forza di esso, ha approfondito aspetti e problemi peculiari del discorso pedagogico. È questo un modo per dire che “l’oggetto famiglia” ha offerto al professor Galli la possibilità di calare “in situazione” le proprie riflessioni sugli aspetti fondativi della scienza pedagogica. Testimoniano l’intenso e continuo lavoro di ricerca i ventisei volumi e i numerosi articoli e saggi pubblicati.
Per comprendere in maniera adeguata il pensiero pedagogico di Norberto Galli, è necessario rilevare il seguente fattore: in lui è viva la convinzione che qualsiasi discorso sull’educazione non può essere affrontato e sviluppato, se si prescinde da una chiara concezione dell’uomo, del mondo e della vita. Egli privilegia la concezione filosofica che si collega alla tradizione tomistica e rosminiana e che trova modi e possibilità di approfondimento nella grande corrente del personalismo.
È ben vero che per il professor Galli la riflessione pedagogica non può fare a meno anche dei risultati offerti dalle scienze descrittive, dalla psicologia e dalla sociologia specialmente. Nel complesso, quella di Norberto Galli si può definire una “pedagogia del dialogo”: prima di tutto, con le altre scienze, con la psicologia e la sociologia in ispecie; in secondo luogo, con i settori di ricerca privi di una teologia razionale; in terzo luogo, con la Parola. È viva il lui la preoccupazione di dare fondamento razionale agli orientamenti tipici del messaggio religioso cristiano.
In molti suoi lavori si sofferma sul rapporto tra famiglia e società, sviluppando il tema dell’educazione familiare come fattore su cui fare leva nell’oggi per affrontare adeguatamente il futuro. Di fronte all’odierna situazione di smarrimento familiare e sociale, per lo studioso s’impongono due emergenze. In primo luogo, elaborare la riflessione pedagogica all’insegna di una precisa filosofia della famiglia, che offra suggerimenti per la fondazione di una pedagogia della famiglia adatta al tempo presente. In secondo luogo, cominciare a interpretare il futuro della famiglia alla luce di quelli che sono i dati oggettivi. Soprattutto, si tratta di lavorare per l’avvaloramento della famiglia come corpo sociale intermedio; come luogo fondamentale per educare alla tolleranza, in una società sempre più multietnica e multiculturale; come centro ineliminabile di educazione delle nuove generazioni al vivere democratico; come rete di rapporti solidali, che motivano all’aiuto verso gli altri senza nulla chiedere in cambio.
Nel complesso, il professor Galli sottolinea, per i cultori della pedagogia, l’urgenza di attendere con rigore allo studio dei molteplici aspetti e problemi propri di un settore di vita, che si mostra viepiù indispensabile per l’avvento di una società degna dell’uomo; per i cultori di altre discipline, l’urgenza di considerare in modo nuovo i contributi pedagogici, assegnando il giusto peso al tema del “dover essere” personale, familiare, sociale.