Più di 200 progetti che l’Ateneo sostiene e promuove in 75 Paesi del mondo. Sono la dimostrazione concreta di una missione scritta nel Dna dell’Ateneo. Fin dallo Statuto. Di solidarietà si parla già all’articolo 10, dove figura tra i principi a cui è improntata la comunità accademica. Ma è all’articolo 7 che si afferma l’attenzione dell’Ateneo per la cooperazione internazionale: “L’Università Cattolica dedica particolare attenzione ai programmi di collaborazione con i Paesi in via di sviluppo” (Statuto Art.7, 2018, p.6).
«Il principio della solidarietà trova il suo compimento nelle relazioni che l’Ateneo intrattiene a livello nazionale e internazionale, nelle azioni promosse sia nei Paesi sviluppati sia nei contesti emergenti e in via di sviluppo ed è parte integrante del processo di internazionalizzazione promosso dall’Università» spiega il professor Pier Sandro Cocconcelli, delegato del Rettore per il coordinamento dei progetti di internazionalizzazione, che coordina anche il newtork internazionale della Fiuc, la Federazione delle Università Cattoliche.
L’impegno nella cooperazione con i Paesi in via di sviluppo coinvolge studenti, docenti e personale tecnico-amministrativo, riguarda tutte le facoltà, i Centri di Ateneo e le Alte Scuole e presenta varie declinazioni: la formazione accademica, la ricerca scientifica, la consulenza, l’imprenditorialità sociale, l’aiuto umanitario, il volontariato internazionale. Una rete di attività che coinvolge Africa, Asia, America Latina, Europa, Medio Oriente e mira alla creazione di relazioni di pace e di collaborazione, fondamentali per la costruzione di un bene comune che oltrepassa i confini geografici e culturali.
Alcuni di questi progetti sono stati presentati il 21 marzo nella sede di Piacenza nell’ambito dell’iniziativa L’Università Cattolica del Sacro Cuore a servizio dei paesi poveri: esperienze e prospettive. Un’occasione preziosa di confronto e dialogo tra coloro che all’interno dell’Ateneo dedicano tempo, studio e attività di ricerca a progetti di cooperazione e solidarietà internazionale.
Produzione di cibo appropriato: sufficiente, sicuro e sostenibile
Finanziato dalla Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi, fa parte delle attività promosse della facoltà di Scienze agrarie, alimentare e ambientali sia in contesti sviluppati sia in Paesi in via di sviluppo, conduce azioni finalizzate alla creazione di “poli di sviluppo sostenibile”, che possano generare sostenibilità sociale, economica e ambientale. Sono tre i Centri Pilota (CP) in cui vengono implementate le attività del progetto: Darenchigre (India), con prove sperimentali e dimostrative su riso e polli con nuove varietà e razze; Kabinda (Repubblica Democratica del Congo), dove si svolgono ricerche di coltivazione e conservazione di manioca, fagioli e mais e in cui è stata sviluppata una farina proteica per integrare l’allattamento materno dei neonati e il loro svezzamento; Piacenza, nell’azienda sperimentale della facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali (Cerzoo), dove vengono svolte ricerche riguardanti la mitigazione degli effetti negativi delle attuali tecniche produttive.
Un ponte con il sud del mondo: l’esperienza del Cesi
Il Centro di Ateneo per la Solidarietà Internazionale (Cesi) si occupa sia della promozione di iniziative di volontariato internazionale rivolte a studenti e neolaureati dell’Università Cattolica (Charity Work Program e Mission Exposure), sia alla realizzazione e il supporto a progetti di cooperazione allo sviluppo. Dalla sua costituzione, sono 13 i Paesi in cui il Cesi ha implementato interventi di sostegno allo sviluppo: Afghanistan, Etiopia, Ghana, Haiti, India, Israele, Libano, Marocco, Mozambico, Perù, Sudafrica, Tanzania, Uganda, focalizzando l’attenzione su tipologie di bisogni differenti: istruzione primaria e universitaria, formazione, imprenditorialità, promozione della sanità. Nei luoghi in cui opera, il Centro si impegna a diffondere la cultura e la pratica della solidarietà mediante la valorizzazione del patrimonio di conoscenze e di competenze offerte dall’Università Cattolica.
E4Impact Foundation e lo sviluppo di nuove imprese in Africa
Nata nell’ambito dell’Alta Scuola Impresa e Società (Altis), assume il titolo di Fondazione nel 2015 con l’obiettivo di favorire lo sviluppo sostenibile in Africa tramite il supporto alla formazione degli imprenditori ad alto impatto sociale e ambientale. E4Impact è operativa in Kenya, Uganda, Ghana, Sierra Leone, Costa d’Avorio, Senegal ed Etiopia dove implementa attività di formazione di nuovi imprenditori che coinvolgono le università locali e mirano allo sviluppo internazionale di imprese europee e africane attente all’impatto sociale.
Il prodotto più rilevante di E4Impact è il Global MBA In Impact Entrepreneurship, un programma executive di 12-16 mesi rivolto a nuovi imprenditori che offre due titoli: un degree locale e un Mba di Altis.
Lavorazione del cacao in Uganda. Un esempio di impresa sociale
A fronte di una proprietà terriera particolarmente frammentata in Uganda e dei rischi che patiscono i contadini nella raccolta del cacao, dal 2010 la Fondazione Spe Salvi ha supportato Icam Spa nella realizzazione di un centro per la raccolta e la lavorazione industriale del cacao fresco di alta qualità, secondo processi di produzione tecnologicamente avanzati. I risultati sono incoraggianti: la quantità di cacao fresco comprata ai farmers locali è arrivata a 3.100 tonnellate per anno e l’invio in Italia di cacao lavorato, da novembre 2010 a gennaio 2012, è stato di 1.010 tonnellate. I piccoli agricoltori locali sono pagati al momento della consegna, creando così un circolo virtuoso per l’economia locale: a oggi 4.000 farmers hanno venduto cacao fresco a Icam, stabilizzando la vendita del proprio prodotto. Inoltre, la riduzione del rischio di perdita del raccolto durante le fasi di lavorazione e un forte risparmio di tempo in fase di produzione, hanno consentito la commercializzazione al miglior prezzo vigente in loco.
Promozione di modelli di sviluppo agricolo sostenibile nell’Africa sub-sahariana
Il progetto “Sistemi Alimentari e Sviluppo Sostenibile: creare sinergie tra ricerca e processi internazionali ed africani (Sass)”, finanziato dal Miur, è iniziato nel 2017 e coinvolge diversi atenei. L’impegno dell’Università Cattolica riguarda l’ambito della produttività agricola e della sostenibilità biologica, ambientale e climatica, in particolare attraverso l’implementazione di tre gruppi di attività di ricerca relative alla filiera agricola: la valutazione della sostenibilità ambientale di diversi modelli di produzione agricola in Kenya e Tanzania; la valorizzazione della biodiversità a scopo agroalimentare per sfruttare le specie selvatiche o proto-domestiche locali per la definizione della dieta; il miglioramento dei livelli nutrizionali nei contesti locali, attraverso la messa a punto di tecniche di fermentazione di specie vegetali locali e la caratterizzazione microbiologica di alimenti locali, con particolare attenzione agli street food.
Quelli qui descritti sono solo alcuni dei progetti presentati nell’iniziativa di Piacenza. Nel corso della giornata sono stati illustrati anche i progetti della Startup “Burundi Smallholder’s Livestock Network (Buslin)”, della Consulta per le relazioni con i Paesi in via di sviluppo della facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali, della promozione della resilienza in contesti di vulnerabilità dell’Associazione Francesco Realmonte Onlus, del Laboratorio di mondialità consapevole attivo nel campus piacentino dell’Ateneo.
In allegato una presentazione più dettagliata delle molteplici iniziative dell’Università Cattolica nell’ambito della solidarietà e della cooperazione verso i Paesi in via di sviluppo. Una rete sorprendente che merita di essere conosciuta.